Categorie: Società

Così la tastiera influenza il cervello

Scegliere le parole giuste non è facile, forse proprio per colpa del computer. Niente a che fare con la mancanza di contatto con la penna e il foglio, piuttosto si tratterebbe di un dettaglio di fabbricazione delle tastiere Qwerty. Infatti, comporre parole con caratteri situati a destra dei tasti t, g, b sarebbe più facile. Come se non bastasse, a queste parole verrebbe attribuita anche una connotazione positiva. Il perché lo spiega Kyle Jasmin, neuroscienziato all’University of College London, in uno studio pubblicato su  Psychonomic Bulletin and Review

Tutto dipende dal fatto che le lettere sono disposte in modo asimmetrico sulla tastiera Qwerty, brevettata nel 1868 dall’americano Christopher Sholes. La fila di centro – delimitata dai tasti t, g, b – divide il piano di scrittura in due parti diseguali: la parte sinistra contiene infatti più lettere rispetto a quella destra. Quanto basta per causare una nostra innata predilezione per le parole composte di caratteri destrorsi, visto che il cervello deve fare meno fatica per individuare i tasti corretti. 

Un dettaglio tutt’altro che trascurabile, visto che oggi trascorriamo buona parte della giornata digitando messaggi su tastiere di computer, smartphone e tablet. Possibile mai che questo disequilibrio a destra possa condizionare le nostre scelte stilistiche? Jasmin ha condotto tre diversi studi per verificare se il posizionamento dei caratteri qwerty possa avere un impatto sulla semantica moderna. 

Il primo esperimento consisteva nell’analizzare le emozioni personali di 132 madrelingua olandesi correlate alle parole composte in maggioranza da tasti posizionati a destra (e viceversa). Tutto ciò ripetuto per tre lingue differenti (olandese, inglese e spagnolo) e con più di mille parole. Ebbene, a prescindere dalla lingua, sembra che il cervello tenda a associare alle lettere destrorse significati positivi. 

Il secondo e terzo esperimento erano invece pensati per valutare se il significato delle parole senza senso e di quelle nate dopo l’introduzione della Qwerty fosse stato influenzato maggiormente dal disequilibrio della tastiera. In questo caso, il campione era composto da 800 madrelingua inglesi, visto che la maggior parte dei neologismi della rete è nata nei paesi anglosassoni. Anche in questo caso, la parte destra ha registrato connotazioni più positive. 

Secondo Jasmin, l’uso massiccio della tastiera ci starebbe guidando verso un vocabolario strettamente legato alla geografia Qwerty. Neppure le persone mancine sarebbero immuni al fascino del lato destro, sebbene alcuni studi ritengano che in genere la mano dominante abbia un influsso positivo sulla digitazione. 

Insomma, il nostro vocabolario del futuro sembra legato alla Qwerty ma, tutto sommato, questo disequilibrio è dovuto al caso. Il nome della tastiera deriva dal fatto che i 6 caratteri della prima fila siano stati appositamente collocati in quella posizione dai costruttori per comporre velocemente la parola typewriter, “macchina per scrivere”. Esiste però una tastiera di fabbricazione più recente, la dibattuta variante Dvorak, in cui le lettere sono disposte in modo differente. A voi la scelta. 

via wired.it

Credit immagine a mrjorgen/ Flickr

Lorenzo Mannella

Si occupa di scienza, internet e innovazione. Laureato in Biotecnologie presso l'Università di Pisa, ha frequentato il master SGP in comunicazione scientifica presso Sapienza Università di Roma. Collabora con Galileo dal 2011. Scrive per Wired, Sapere e L'Espresso.

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