Così i nostri contatti Facebook ci fanno stare meglio

(Immagine: Pixabay)

Chi trova un amico trova un tesoro. Una regola che, a quanto pare, vale anche nel mondo di Facebook: stando a uno studio condotto dagli scienziati della Carnegie Mellon University con la collaborazione dei ricercatori di Facebook, pubblicato sulle pagine del Journal of Computer-Mediated Communication, infatti, le interazioni personali che avvengono sul social network possono avere un impatto positivo su benessere e soddisfazioni proprio come i lieti eventi che avvengono nel mondo reale. Tale effetto, specificano però i ricercatori, si registra solo con interazioni personalizzate, come per esempio commenti a un proprio post. Interazioni più standard e meno personalizzate – come, per l’appunto, un mi piace o le reazioni di recente introdotte sul social network – non sortiscono invece alcun beneficio.

“Non c’è bisogno di chissà quale interazione per sentirci meglio”, puntualizza Moira Burke, una degli autori dello studio. “Parliamo anche di commenti di un paio di righe. È importante però che l’utente abbia l’impressione che l’amico che ha lasciato il commento si sia preso il giusto tempo per farlo. Questo semplice atto di comunicazione ricorda al destinatario l’importanza del rapporto con l’altro nella propria vita”. Per studiare il fenomeno, gli scienziati hanno reclutato 1910 utenti del social network da 91 nazioni diverse, sottoponendoli a un questionario mensile (per tre mesi di seguito) per valutare il relativo stato emotivo. Analizzando i dati, gli autori della ricerca hanno notato che le interazioni virtuali con i propri amici anticipano un aumento nei livelli riportati di benessere, soddisfazione e felicità. L’analisi – a detta degli autori – è stata condotta in modo tale da poter stabilire con un certo grado di certezza una correlazione causale tra i fenomeni, scartando cioè la possibilità di una relazione inversa (cioè che, semplicemente, gli utenti più felici tendono a usare più intensamente il social network).

Lo studio, spiegano ancora gli autori, smentisce le conclusioni di lavori precedenti, secondo i quali trascorrere troppo tempo sui social network sarebbe correlato con una maggior probabilità di solitudine e depressione. Va comunque sottolineato che per considerare il risultato più solido sarebbe opportuno ripetere l’esperimento su un campione più vasto e stratificato.

Via: Wired.it

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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