Categorie: Salute

Così si forma la pelle

Come fanno le cellule staminali a diventare cellule della pelle? La risposta è grazie a due proteine, C/EBPα e C/EBPβ, appena scoperte da un gruppo di ricercatori italiani dello European Molecular Biology Laboratory di Monterotondo e dai biologi spagnoli del Centro de Investigaciones Energéticas, Medioambientales y Tecnologicas (Ciemat) di Madrid, che ne hanno svelato il meccanismo di azione su Nature Cell Biology.

Gli studiosi hanno finalmente compreso, cioè, perché le cellule staminali che si trovano alla base della pelle ad un certo punto smettono di riprodursi e cominciano a differenziarsi, dando luogo alla complessa barriera – composta da strati di cellule altamente specializzate – che protegge l’organismo e lo mette in comunicazione con il mondo esterno.

Da tempo i ricercatori sospettavano che la famiglia di proteine chiamate C/EBP fosse coinvolta in questo processo, ma non erano ancora riusciti a individuare quella che determinasse il passaggio della cellula da staminale a epiteliale. Claus Nerlov dell’Embl ha ora scoperto che non si tratta di una sola proteina, ma di due (C/EBPα e C/EBPβ, appunto) che hanno la stessa funzione. Lo studio, condotto sui topi, ha infatti mostrato che basta una singola copia di uno dei geni per la C/EBPα o per la C/EBPβ per assicurare il corretto sviluppo dell’epitelio. Solo se si “spengono” tutti i geni per queste molecole, la pelle non si forma nel modo corretto e non è in grado di trattenere l’acqua, una funzione fondamentale per evitare la disidratazione. Le due proteine agirebbero regolandone molte altre che, a loro volta, controllano lo sviluppo della pelle.

Secondo i ricercatori la ridondanza serve a mantenere sotto stretto controllo le numerose cellule staminali per evitare la formazione di tumori alla pelle. Può accadere, infatti, che la proliferazione cellulare non si arresti proprio perché alle staminali non viene dato il “comando” di specializzarsi. I ricercatori sperano che comprendere il meccanismo “on-off” della pelle possa poi portare più vicino a una nuova strategia per combattere questo tipo di cancro. (t.m.)

Riferimenti: doi:10.1038/ncb1960 Article

Credit immagine: Embl

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