Categorie: Società

Il paese delle bufale

Continua la saga su vizi e virtù della filiera alimentare italiana, raccontata nel nuovo dossier “Italia a tavola 2009”, il VI Rapporto sulla Sicurezza Alimentare redatto dal Movimento Difesa del Cittadino (Mcd) e da Legambiente (qui il dossier in pdf). Dall’olio di semi spacciato per olio d’oliva, ai prodotti ittici scaduti o mal conservati, a latte e farina contaminati con melamina, passando per la carne suina con diossina, il documento, presentato il 15 settembre, mostra una situazione che non accenna a migliorare (vedi Galileo, Truffa menu).

Rispetto al 2007, i controlli e di conseguenza i sequestri nel settore agroalimentare sono aumentati vertiginosamente. I Nas hanno confiscato oltre 34 milioni di chili di prodotti (il 142 per cento in più rispetto all’anno passato) per un valore di circa 160 milioni di euro, frutto di oltre 28 mila ispezioni, soprattutto nel comparto della ristorazione, delle carni e degli allevamenti.

Ancora più alti i numeri dell’Ispettorato per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, che nel 2008 ha svolto oltre 37 mila ispezioni e sequestrato beni per un valore di 181 milioni di euro, di cui 172 milioni solo nel settore vitivinicolo. Sempre nel campo della produzione vinicola, il Corpo Forestale ha emesso 127 sanzioni amministrative per un importo superiore al milione di euro e l’operazione “Vendemmia sicura” ha permesso di denunciare un’organizzazione dedita alla sofisticazione dei vini con acqua, zuccheri, acido cloridrico e solforico.

E non è migliore la situazione nella filiera ittica. Qualche esempio: 54 tonnellate di prodotti congelati già scaduti o in cattivo stato di conservazione a Bari, “pesce topo” (proveniente dall’Atlantico del Nord) spacciato per “cuoricini di merluzzo”, e 330 mila chili di prodotti sequestrati dalla Guardia Costiera per oltre 5,5 milioni di euro di sanzioni.

Le problematiche principali – si legge nel rapporto – riguardano le micotossine presenti soprattutto nella frutta secca e le salmonelle, ma non va sottovalutato il nuovo allerta sui cibi alla melanina, trovata in 58 controlli. Quanto ai beni di consumo provenienti da oltre frontiera, anche quest’anno la Cina si aggiudica il primo posto per il numero di prodotti irregolari importati (con 513 segnalazioni), seguita dalla Turchia (con 311 notifiche). (m.s.)

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