Costa Concordia, tutto è pronto per il ribaltamento

Le ronzano attorno costantemtente 28 imbarcazioni strutture, per un totale di 474 lavoratori, che ce la stanno mettendo tutta per salvarla prima che la sua ingombrante presenza non deturpi per sempre l’ecosistema marino del Giglio (che in realtà sembra aver reagito bene). L’avventura della Costa Concordia, la nave da crociera tristemente nota a tutto il mondo per il naufragio del 13 gennaio 2012, è arrivata adesso a un punto di svolta fondamentale: il 10 settembre, infatti, inizierà ufficialmente laterza fase della sua messa in sicurezza, che prevede l’adagiamento del transatlantico su un falso fondale costruito ad hoc e il suo ribaltamento in posizione verticale. Fatti i dovuti aggiustamenti allo scafo, infine, la nave dovrebbe essere capace di galleggiare in modo (quasi) autonomo e potrà infine essere trainata finalmente verso altri lidi.

L’operazione, che dovrebbe costare attorno ai 500 milioni di dollari (a carico di Costa Crociere), è condotta dalla società statunitense Titan Salvage, specializzata nel recupero di relitti, con la collaborazione dell’italiana Micoperi, azienda d’eccellenza nel campo dell’ingegneria subacquea. L’intero progetto è ampiamente documentato sul sito bilingue Parbuckling Project ed è articolato in cinque fasi successive e collegate. Vediamole di seguito.

Prima fase – stabilizzazione e sistemi di ritenuta
Anzitutto, i tecnici hanno dovuto assicurare il relitto, perché non scivolasse lungo il fondale, depositandosi a profondità che avrebbero reso il recupero molto più complicato. Per farlo, è stato posato un sistema di ancoraggio costituito da quattro elementi sommersi fissati al fondale sottomarino tra il relitto e la costa, i cosiddetti anchor blocks (già tutti installati e verificati). Dopodiché, sono stati montati i cosiddetti sistemi di ritenuta, dodici torrette dotate di martelletti idraulici che si agganciano allo scafo e daranno la spinta necessaria a tirare su la Concordia.

Seconda fase – installazione supporti subacquei e cassoni
Sulla fiancata sinistra della nave, quella emersa, sono state saldate delle enormi scatole grigiastre: sono i cosiddetti cassoni di galleggiamento, che serviranno a far galleggiare la nave quando sarà in posizione verticale (saranno svuotati dell’acqua che contengono e spingeranno verso l’alto la Concordia). Inoltre è stato preparato il falso fondale, un insieme di sei piattaforme tenute su pali di sostegno saldamente fissate nel fondale (quello vero) grazie a una trivellazione del diametro di due metri.

Terza fase – Ribaltamento
Siamo al presente. Sta per arrivare il momento più delicato, il cosiddetto parbuckling, la rotazione del relitto in assetto verticale. Ci vorranno probabilmente alcuni giorni, perché i movimenti vanno eseguiti con precisione e delicatezza per scongiurare deformazioni dello scafo. I martelletti idraulici metteranno in tensione dei cavi d’acciaio che tireranno i cassoni saldati alla nave, spostandola lentamente in posizione verticale. Un’operazione da seguire in diretta con il fiato sospeso.

Quarta fase – Installazione cassoni sul lato destro
Una volta posizionata in verticale la nave, sulla fiancata destra, finalmente accessibile, saranno posizionati altri quindici cassoni di galleggiamento. Saranno anch’essi usati per far galleggiare la nave.

Quinta fase – Rigalleggiamento
Siamo all’ultimo atto. Il comignolo della Concordia punta di nuovo orgoglioso verso il cielo. È tempo che la nave torni a galleggiare. I cassoni vengono svuotati dell’acqua che contengono e spingono il relitto in alto, facendo rimanere sommersi più o meno 20 metri di scafo. A questo punto, la nave sarà pronta per andare incontro al suo destino. Qualunque esso sia.

Via: Wired.it

Credits immagine: darkroom productions/Flickr

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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