La velocità della luce potrebbe non essere costante, ma essere aumentata rispetto a due miliardi di anni fa. Ad avanzare questa ipotesi su Physical Review D sono Steve Lamoreaux e Justin Torgerson del Los Alamos National Laboratory di Albuquerque nel New Mexico. I ricercatori hanno raggiunto questa conclusione in modo indiretto, non misurando la velocità della luce, ma studiando alpha, la costante di struttura fine. Questo parametro, che determina l’intensità della forza elettromagnetica, è inversamente proporzionale alla velocità della luce: se il valore di una aumenta l’altra diminuisce e viceversa. I dati usati dai ricercatori provengono dall’unico reattore nucleare naturale del pianeta. Il reattore oggi spento, si trova a Oklo nello stato africano del Gabon, ed è entrato in attività circa due miliardi di anni. L’acqua sotterranea, filtrando attraverso le screpolature della roccia si è mescolata con i minerali di uranio e ha innescato il processo di fusione durato poi per centinaia di migliaia di anni. I dati su Oklo sono noti da tempo, ma sino ad ora le ricerche non avevano messo in luce alcuna fluttuazione della costante di struttura fine. Il riesame condotto dagli studiosi americani invece ha concluso che alpha è diminuita durante la vita del reattore, anche se solo di poche parti per miliardo. Di conseguenza sarebbe cambiata anche la velocità della luce. Ma molti ricercatori segnalano che altri parametri come la temperatura del reattore e la percentuale di isotopi potrebbero essere cambiati nel tempo, invalidando le conclusioni di Lamoreaux e Torgerson. (g.p.)
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