Semi di cotone commestibili. Questa l’idea contenuta in uno studio, pubblicato su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), di un gruppo di ricercatori statunitensi della Texas A&M University in grado di ottenere semi di cotone senza tossine grazie a tecniche di biologia molecolare e ingegneria genetica.
La pianta di cotone è coltivata in più di 80 paesi nel mondo e risulta la principale risorsa di fibre per il settore tessile. Una poco nota caratteristica della pianta è l’elevata produzione di semi ad alto contenuto proteico per ogni chilo di fibra ottenuta. Questi preziosi semi, tuttavia, risultano inutilizzabili in campo alimentare per la presenza del gossypol, una tossina appartenente alla famiglia dei terpenoidi, che mentre protegge i raccolti da insetti e patogeni, causa negli animali, essere umano compreso, sterilità e seri danni all’apparato digerente.
I ricercatori texani sono riusciti attraverso la tecnica dell’Rna interference (RNAi) a distruggere il processo di maturazione del gossypol, riducendone cosi nei semi il contenuto del 98 per cento e lasciando invariate le concentrazioni degli altri composti chimici. A ciò si aggiunge l’ereditarietà dell’assenza di tossina e, quindi, del possibile uso piante che mancano del gossypol per un uso agricolo di larga scala.
Nonostante alcuni fondamentali aspetti della ricerca non siano ancora del tutto chiari, come per quanti anni la soppressione dell’enzima possa considerarsi stabile e l’impatto ambientale di una sovrapproduzione di piante di cotone, la tecnica dell’Rna interference risulta molto promettente anche per altre coltivazioni che, in assenza di loro composti tossici, potrebbero costituire importanti fonti nutritive per il pianeta. (s.a.)