Dopo le polemiche sull’idrossiclorochina, sulla vitamina D e chi più ne ha più ne metta, il ministero della Salute pubblica un nuovo protocollo per la gestione domiciliare dei pazienti con Covid-19, stilando un elenco dei rimedi e delle condizioni per la loro prescrizione, dal paracetamolo fino agli anticorpi monoclonali. Le indicazioni fornite, precisa il ministero, sono state prodotte sulla base delle evidenze scientifiche finora disponibili. Ecco alcuni dei suggerimenti principali per il trattamento di infezioni da Sars-Cov-2 asintomatiche e paucisintomatiche.
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Di fronte a un paziente riscontrato positivo per l’infezione da Sars-Cov-2 il medico curante deve predisporre il monitoraggio costante dei parametri vitali e delle condizioni cliniche, così da rilevare tempestivamente l’evolversi dell’infezione. Importante è la misurazione periodica della saturazione dell’ossigeno tramite pulsossimetria, parametro che può indicare la progressione verso la polmonite.
Se compaiono sintomi lievi come febbre o dolori muscolari/articolari, questi possono essere trattati con paracetamolo o Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei, per esempio l’ibuprofene). Altri farmaci sintomatici possono essere prescritti a discrezione del curante.
Corretta idratazione, nutrizione e esercizio fisico a domicilio (compatibile con le condizioni del paziente) sono di supporto, anche per limitare le conseguenze dell’allettamento, soprattutto negli anziani.
La circolare sottolinea che antinfiammatori steroidei non sono da utilizzare in modo routinario per le cure a domicilio: no all’assunzione in caso di forme asintomatiche o sintomatiche fin dagli esordi. “L’uso dei corticosteroidi – si legge nel documento – è raccomandato esclusivamente nei soggetti con malattia Covid-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno. L’impiego di tali farmaci a domicilio può essere considerato solo in pazienti con fattori di rischio di progressione di malattia verso forme severe, in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l’ossigenoterapia ove non sia possibile nell’immediato il ricovero per sovraccarico delle strutture ospedaliere”.
Il perché è presto detto: “L’utilizzo della terapia precoce con steroidi si è rivelata inutile se non dannosa in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un’adeguata risposta immunitaria”.
In altre parole, cortisone e affini assunti precocemente mettono un freno al sistema immunitario nella fase in cui ha appena ingaggiato battaglia contro il coronavirus, diminuendo le chance di contenere l’infezione.
Altro discorso è l’impiego nei soggetti ospedalizzati, con malattia grave che necessitano di ossigenoterapia. In questi casi i corticosteroidi come il desametasone hanno dato prove di diminuire il tasso di mortalità.
Anche l’eparina non va utilizzata per la gestione domiciliare, a meno che il paziente non sia immobilizzato.
Per il ministero il medico ha la possibilità di valutare il trattamento precoce con anticorpi monoclonali da parte delle strutture abilitate alla prescrizione in caso di pazienti a rischio di progressione di malattia. Come da indicazioni di Aifa gli anticorpi monoclonali possono essere presi in considerazione per pazienti di età superiore a 12 anni, positivi a Sars-Cov-2 ma non ospedalizzati, con sintomi lievi/moderati insorti da non più di 10 giorni e con almeno un fattore di rischio per progressione verso una forma grave di Covid-19.
Se non ci sono evidenze di altre infezioni oltra a Sars-Cov-2 l’uso di antibiotici non è raccomandato. “Un ingiustificato utilizzo degli antibiotici può, inoltre, determinare l’insorgenza e il propagarsi di resistenze batteriche che potrebbero compromettere la risposta a terapie antibiotiche future”.
L’idrossiclorochina non è considerata un trattamento per Covid-19: gli studi clinici randomizzati controllati finora condotti non ne hanno dimostrato l’efficacia.
“L’utilizzo di lopinavir / ritonavir o darunavir / ritonavir o cobicistat non è raccomandato né allo scopo di prevenire né allo scopo di curare l’infezione. Gli studi clinici randomizzati a oggi pubblicati concludono tutti per un’inefficacia di questi approcci farmacologici”.
Via: Wired.it
Credits immagine: Mockup Graphics on Unsplash
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