Malattia mentale e capacità espressive non sono più una strana coppia. Nella demenza frontotemporale, nella quale si manifestano comportamenti che deviano dal precedente insieme di normalità, il declino delle abilità linguistiche si accompagna al manifestarsi o all’accrescersi del talento artistico dei pazienti. È questo l’importante risultato raggiunto dall’équipe di Bruce Miller, neurologo dell’Università della California. Lo studio, pubblicato su Neurology, organo ufficiale dell’Associazione Americana di Neurologia, propone il caso di un’insegnante di Belle Arti, costretta dalla malattia ad abbandonare l’incarico. La demenza frontotemporale causa la morte delle cellule appartenenti ai lobi frontali e temporali del cervello, ma nella paziente esaminata i danni maggiori si sono concentrati nel lobo frontale sinistro con conseguenti alterazioni del linguaggio e delle capacità relazionali. Con il progredire della malattia la donna ha però manifestato un talento artistico sempre più originale, con realizzazioni di grande impatto emotivo, nate dalla fusione delle tradizioni pittoriche occidentali e orientali condivise entrambe dalla paziente di origini cinesi. Anche altri malati hanno mostrato, insieme ai sintomi della demenza, un talento artistico prima inesistente. Secondo Miller lo sviluppo delle capacità di comunicazione non verbale nei soggetti affetti da demenza frontotemporale va ricondotto alla progressiva diminuzione delle inibizioni sociali prodotte da uno schema di pensiero basato prevalentemente sul linguaggio. (g.p.)
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