Crohn, più grave nelle donne

Un recente studio condotto su pazienti in età pediatrica ha messo in evidenza differenze di genere nelle manifestazioni cliniche e nel decorso del morbo di Crohn, una tra le più gravi malattie infiammatorie intestinali croniche (Inflammatory Bowel Diseases, Ibd), che interessa circa una persona su mille.

Sembra infatti che la tipologia e la gravità delle manifestazioni della malattia (forti dolori addominali, diarrea e occlusioni intestinali che richiedono l’intervento chirurgico) varino nei due sessi e che nelle donne i sintomi siano più violenti. Un’equipe di ricercatori della School of Medicine dell’Università della California, avvalendosi dei dati raccolti nel Registro del Pediatric Ibd Consortium, ha monitorato, per tre anni e mezzo, circa 550 maschi e oltre 400 femmine che avevano contratto la malattia entro i 17 anni di età.

La malattia, che ha di certo anche una componente genetica, può colpire qualsiasi tratto dell’apparato digerente e riduce fortemente la qualità della vita. I medici, guidati da Melvin Heyman, hanno evidenziato che nelle donne vi è una maggiore incidenza di ulcere orali e livelli di albumina generalmente più bassi rispetto a quelli dell’altro sesso, spesso indice di uno scarso assorbimento delle sostanze nutritive. Inoltre è risultato maggiore anche il rischio di eruzione cutanee associate alla malattia. La maggiore gravità del morbo nel genere femminile è confermata anche dalla più frequente somministrazione di ciclosporina, un farmaco immuno-soppressore utilizzato per curare le forme acute del morbo, nonché dal ricorso più precoce all’intervento chirurgico. D’altro canto nei maschi sono stati osservati con maggior frequenza ritardi nella crescita (12,6% contro 4% nelle femmine) associati al morbo.

Gli autori della ricerca ritengono che, osservando come questa patologia si manifesta nei due sessi, sarà possibile approfondire le conoscenze sulle cause e i meccanismi del morbo, entrambi ancora in gran parte sconosciuti. (s.p.)

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