Categorie: Spazio

Curiosity trova tracce di fiumi marziani

Le speculazioni sull’esistenza di acqua su Marte, con tanto di fiumi, si rincorrono da anni. E forse sono destinate a trasformarsi in qualcosa di più, visto che Curiosity, ad appena due settimane dall’inizio delle sua missione scientifica vera e propria, ha rimandato a casa le testimonianze di un fiume marziano. E non nel sottosuolo, come creduto da alcuni scienziati, ma sulla superficie del Pianeta Rosso. 

Ad alimentare le ipotesi, alcuni indizi catturati dal rover nella regione tra il bordo nord del cratere Gale e la base del Monte Sharp. Primo, le caratteristiche di una roccia soprannominata Hotta. Analizzandola da vicino Curiosity ha osservato come in realtà di tratta di una struttura composta di tante piccole rocce (di grandezza variabile: da granelli di sabbia a palline di golf) agglomerate insieme, di forma rotondeggiante. Quasi come, scrive Wired.com, se questa ghiaia fosse stata modellata dal vento o dall’acqua. Più da quest’ultima forse, visto che si tratta di rocce fin troppo grandi per essere mosse, per lunghi percorsi, dal vento. Uno scenario simile è quello visto dal rover nei pressi di una zona denominata Link: un insieme di ciottoli rilasciati da una roccia. 

Tutto questo, insieme alle osservazioni compiute nella zona del Gouldburn – dove i propulsori attivati durante la discesa del rover avrebbero spazzato via lo strato superficiale facendo riaffiorare uno strato roccioso – lascerebbe presupporre l’esistenza di un ruscello su Marte, in passato. Per il quale gli scienziati si sono spinti a calcolare velocità di flusso dell’acqua e durata di scorrimento. 

Dalla grandezza della ghiaia, possiamo dedurre che l’acqua si muoveva a una velocità di circa 3 piedi al secondo (poco meno di 1m/s, nda), con una profondità compresa tra l’altezza di una caviglia e l’anca” ha spiegato William Dietrich della University of California di Berkeley del team scientifico che si occupa di Curiosity: Sono stati scritti molti paper riguardo i canali su Marte con molte diversi ipotesi circa i loro flussi. Questa però è la prima volta che stiamo davvero vedendo ghiaia trasportata dall’acqua su Marte”. 

Il ruscello su Marte avrebbe potuto scorrere per migliaia se non milioni di anni dal bordo del cratere di Gale. Ma non solo. Secondo i ricercatori, scrive la Bbc, il rover si troverebbe di fronte a un conoide alluvionale, ovvero una porzione di terreno a forma di triangolo caratterizzata dai sedimenti lasciati da un corso d’acqua che si espande a seguito di una diminuzione della pendenza del terreno. Gli scienziati avrebbero anche identificato l’origine del cono alluvionale pieno di canali al bordo del cratere, in una regione nota come Peace Vallis

Via: Wired.it

Credits immagine: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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