Dalla liquirizia un aiuto per la memoria

Una sostanza estratta dalla liquirizia, il carbenoxolone, sembra migliorare la funzionalità cerebrale in età avanzata, rallentando la perdita di memoria che spesso si accompagna all’invecchiamento. Lo affermano Jonathan Seckl e collaboratori dell’Università di Edimburgo (Scozia). In uno studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, i ricercatori hanno mostrato come la somministrazione del carbenoxolone a individui sani tra i 55 e i 75 anni abbia determinato un miglioramento della loro memoria verbale, quella necessaria a ricordare fatti e informazioni recenti. Il carbenoxolone agisce bloccando un enzima cerebrale che aumenta la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress. In condizioni di stress, i livelli di cortisolo nel cervello si alzano e danneggiano i collegamenti cellulari dell’ippocampo, una struttura cerebrale connessa all’apprendimento e alla memoria. Sembra in particolare che il declino della memoria con l’età sia stimolato dallo stress cronico, come quello causato da una lunga malattia. Rimane da capire se anche il normale stress quotidiano, accumulato nell’arco di una vita, possa essere responsabile dei problemi di memoria che, in forma più o meno grave, affliggono circa il 35c per cento delle persone anziane. Il carbenoxolone si è poi rivelato efficace anche nel migliorare le capacità mnemoniche in pazienti affetti da diabete di tipo 2 e se ne prevede un uso per il trattamento dei primi sintomi della demenza. Attenzione, però: abbuffarsi di liquirizia per aiutare la memoria non serve. Il carbenoxolone naturale deve infatti essere modificato per poter entrare nelle cellule. E, soprattutto, ha seri effetti collaterali, provocando innalzamento della pressione sanguigna: deve essere quindi somministrato con un altro farmaco in grado di ridurre questo effetto. (va.m.)

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