Salute

Covid-19, la variante deltacron potrebbe non esistere affatto

Deltacron: non è il nome di un nuovo Pokémon e nemmeno di un Transformer, ma l’appellativo con cui il Laboratory of biotechnology and molecular virology a Cipro, che sostiene di averla isolata, ha soprannominato una presunta nuova variante di Sars-Cov-2 che combina elementi di delta e di omicron. Nelle scorse ore molti media hanno ripreso la notizia, ma diversi esperti internazionali hanno dei dubbi sulla sua effettiva esistenza, ritenendo anzi più probabile che si tratti di una contaminazione di laboratorio in fase di analisi di campioni o anche di una co-infezione dalle due varianti di coronavirus.


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Una nuova variante?

La scoperta di deltacron, riporta Bloomberg, si deve al team di Leondios Kostrikis, professore di scienze biologiche all’università di Cipro e responsabile del Laboratory of biotechnology and molecular virology, che riferisce di aver riscontrato la nuova variante in 25 pazienti (l’infezione tra l’altro sarebbe più frequente tra le persone ospedalizzate) e di aver trasmesso il 7 gennaio i dati all’archivio internazionale Gisaid, che raccoglie le alterazioni del genoma virale. Secondo Kostrikis, questa versione del coronavirus avrebbe caratteristiche combinate sia di delta sia di omicron, ma non è possibile dire se sia più pericoloso e/o più contagioso delle varianti già conosciute, né se prenderà il sopravvento.

O un artefatto di laboratorio?

Diversi esperti, tuttavia, stanno esprimendo dubbi circa l’effettiva esistenza di deltacron, ritenendo che possa trattarsi di un “errore” di laboratorio: i campioni, che probabilmente sono stati tutti processati nello stesso laboratorio e nello stesso momento, potrebbero aver subito una contaminazione (sono incidenti che possono succedere), così come è probabile che ci siano casi di co-infezioni di delta e omicron (due virus diversi che infettano la stessa persona contemporaneamente) che possono rendere più complicato il sequenziamento. 

Per il virologo dell’Imperial College di Londra Thomas Peacock, da una prima analisi dei dati riferiti dai ciprioti ci sarebbero motivazioni tecniche che fanno ritenere più probabile che deltacron sia un errore.

Che si generi una variante ricombinante tra omicron e delta, comunque è possibile. Qualcuno ipotizza possa anche essere già avvenuto ma che difficilmente emergerà, altri invece ritengono che sia un po’ troppo presto visto che omicron ha cominciato da poco a diffondersi e non abbia avuto il tempo di ricombinarsi con delta. Ma anche qualora succedesse, dipingere ipotetiche nuove varianti in termini catastrofici – “scariant”, come hanno preso a chiamarle nel mondo anglosassone combinando i termini scary (terrificante) e variant (variante) – è inutile se non dannoso. A maggior ragione in un caso come questo, in cui non abbiamo ancora sufficienti evidenze sull’esistenza stessa di deltacron.

Via: Wired.it

Immagine di Daniel Roberts via Pixabay

Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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