Di nuovo in sperimentazione una pillola antigrasso

Nel 2008 il Rimonabant, considerato la pillola magica in grado di far dimagrire senza sforzo, è stato ritirato a causa dei suoi effetti ansiogeni e depressivi. Un mese fa è stata la volta della sibutramina. Ora un gruppo di ricerca guidato da Uberto Pagotto dell’Università di Bologna, con uno studio pubblicato su Cell Metabolism, apre la strada alla sperimentazione di farmaci simili che però non agiscono sul cervello ma solo sulle innervazioni periferiche (muscoli, tessuto adiposo, pancreas, fegato). Questi principi attivi, infatti, non dovrebbero essere in grado di oltrepassare la barriera che riveste i vasi sanguigni del sistema nervoso centrale, impedendo l’accesso di numerose molecole.

I test per ora sono stati condotti, solo virtualmente, sui topi. Infatti Pagotto, con un team internazionale di colleghi, ha simulato l’azione antigrasso di potenziali farmaci utilizzando topi geneticamente modificati. Negli animali è stato silenziato il gene corrispondente a un particolare recettore, cb1, rispondente agli endocannabinoidi, considerati responsabili dello sviluppo del grasso in eccesso. Il team ha lavorato con quattro gruppi di topi. Di questi, due costituita da animali non geneticamente modificati – uno sottoposto a una dieta ipocalorica e l’altro a una ipercalorica-; negli altri due gruppi, i topi erano modificati in modo da non possedere cb1 o solo nel cervello o in nessuna parte del corpo. Entrambi questi ultimi due gruppi erano nutriti con un alimentazione grassa e ricca di calorie.

I risultati hanno mostrato che i topi geneticamente modificati non ingrassavano, proprio come quelli sottoposti a dieta. Secondo i ricercatori, l’efficacia dei farmaci che agiscono su questo recettore non sta nell’influenzare l’appetito e l’impulso di mangiare. Piuttosto queste molecole provocherebbero un maggior dispendio energetico a livello degli organi periferici. L’effetto fisiologico sembra essere confermato anche dal fatto che i topi geneticamente modificati tendevano ad accumulare poco grasso bianco e a bruciare più grasso bruno, il cosiddetto grasso buono. “Senza azione sul cervello, si elimina il problema degli effetti collaterali sulla psiche”, ha spiegato Pagotto. Tuttavia si tratta ancora di risultati esclusivamente virtuali. Dovranno essere effettuati numerosi studi clinici prima che sia verificata l’efficacia dei futuri farmaci sul recettore e la loro sicurezza per la salute umana. (c.v.)

Riferimenti: Cell Metabolism

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