Diagnosi con le proteine

Rischio di attacco cardiaco? Secondo alcuni ricercatori della società farmaceutica AstraZeneca e del Karolinska Institute di Stoccolma, il livello ematico delle apolipoproteine – le proteine che veicolano il trasporto di grassi nel sangue – potrebbe essere un efficace indicatore del rischio di infarto fatale del miocardio. Goran Walldius e colleghi, che hanno pubblicato i loro risultati su The Lancet, hanno misurato le concentrazioni di apolipoproteine B (apoB) e apoliproteine A-I (apoA-I) in 175mila persone e le hanno confrontate con i livelli di trigliceridi e colesterolo LDL (Low density lipoprotein, uno dei principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari). Il campione è stato studiato per cinque anni e mezzo, durante i quali 864 uomini e 359 donne sono morti in seguito ad attacco cardiaco. Il livello totale di colesterolo, dei trigliceridi, di apoB, insieme a un elevato rapporto apoB/apoA-I era correlato all’aumento del rischio sia negli uomini, sia nelle donne. Alte concentrazioni di apoA-I avrebbero, secondo i ricercatori, un effetto protettivo, mentre la apoB rappresenterebbe un indicatore di rischio più efficace del colesterolo LDL. “Le apoB e apoA-I”, ha spiegato Walldius, “dovrebbero essere tenute sotto controllo. Queste proteine potrebbero rivelarsi molto importanti per la diagnosi e il trattamento nei pazienti che presentano anomalie lipidiche ma i cui livelli di colesterolo LDL sono normali o bassi”. In un commento a margine pubblicato sulla rivista, Gerald Berenson del Tulan University Health Sciences Centre di New Orleans invita comunque alla cautela: “Prima che le apoB e apoA-I possano essere impiegate nei controlli di routine, è necessario standardizzare i metodi di misura e stabilire i livelli di soglia per la diagnosi e per la terapia”. (f.n.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here