Diamanti che uccidono

Dietro un diamante si nascondono violazioni dei diritti umani, sfruttamento, miseria e commercio di armi. E’ questa la denuncia lanciata, in occasione di San Valentino, da Amnesty International e da altre organizzazioni non governative, con la campagna Il vero costo dei diamanti. Un appello rivolto a tutti i governi perché controllino il commercio di quello che, tra i beni di lusso, è considerato il pegno d’amore per eccellenza. E che in alcuni paesi africani, come Angola, Repubblica Democratica del Congo e Sierra Leone alimenta profitti che vengono poi investiti per acquistare armi e finanziare i conflitti civili. “Chi acquista o regala un gioiello deve potersi accertare che sia pulito, per non diventare complice di gravi violazioni dei diritti umani”, spiega Umberto Musumeci, coordinatore per i diritti economici e sociali della Sezione Italiana di Amnesty. E aggiunge: “è necessario introdurre un sistema internazionale di certificazione: ogni diamante deve essere seguito dalla fase dell’estrazione lungo tutta la filiera di taglio e lavorazione, fino al commercio finale”. Per questo le organizzazioni chiedono al governo italiano di sostenere tramite la propria delegazione all’Onu la messa a punto di un efficace sistema di controllo e l’introduzione, al più presto, di severe regole anche nel nostro paese. Decine di migliaia di attivisti saranno impegnati nei prossimi sei mesi su tutto il territorio per raccogliere le adesioni alla campagna. E un impegno alla trasparenza sarà chiesto anche ai rappresentanti dell’industria e del commercio dei gioielli. (r.p.)

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