Le regole della realtà virtuale sempre più vicine a quelle della realtà fisica. Almeno per quanto riguarda la linguistica: stando ai risultati di uno studio dei ricercatori della School of Biological Sciences alla Royal Halloway University of London, infatti, gli utenti di Twitter tendono a raggrupparsi in comunità chiuse, ciascuna delle quali utilizza un “dialetto” comune. La scoperta, pubblicata su EPJ Data Science, sconfessa inoltre l’idea comunemente diffusa secondo la quale gli utenti del social network vogliano condividere i loro “cinguettii” con tutto il resto della comunità online, evidenziando invece come esistano delle “tribù” di interlocutori privilegiati.
“È interessante notare, ad esempio, che proprio come le persone hanno diversi accenti a seconda della regione di provenienza”, spiega Vincent Jansen, uno degli autori del lavoro, “abbiamo scoperto che i gruppi di utenti di Twitter accomunati dagli stessi interessi commettono errori di scrittura simili. I fan di Justin Bieber, per esempio, hanno l’abitudine di scrivere pleasee [per favore] invece di please“. Il gruppo più grande individuato dall’analisi, sostengono i ricercatori, è quello degli afroamericani, la cui parola più usata è nigga. Si tratta di una delle “tribù” più affiatate: solo il 10 per cento dei messaggi ha per destinatari utenti esterni al gruppo. Un’altra tendenza comune è quella di troncare le parole, sostituendo il suffisso -ing con –in e -er con -a.
Per la loro analisi, gli scienziati si sono avvalsi di algoritmi “presi in prestito” dalla fisica e dall’informatica, che hanno esaminato oltre 75 milioni di tweet pubblici inviati da 250.000 utenti. Secondo John Bryden, anche lui ricercatore alla Royal Halloway, grazie alla scoperta è possibile comprendere a che comunità appartiene l’utente semplicemente analizzando i suoi tweet “con un’accuratezza che arriva all’80 per cento”.
Riferimenti: EPJ Data Science doi:10.1140/epjds15
Credits immagine: Rosaura Ochoa / Flickr
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