Vita

Sinosauropteryx, il dinosauro mimetico

(Credit: Robert Nicholls via YouTube. Fiann M. Smithwick et al; Current Biology)

Un piccolo dinosauro coperto di piume colorate, perfette per mimetizzarsi, e con una striscia, simile alla mascherina di un bandito, sugli occhi: grazie a queste caratteristiche il Sinosauropteryx era in grado di sfuggire dai suoi predatori e di avvicinarsi alle prede senza essere scoperto. In uno studio, pubblicato su Current Biology, Fiann Smithwick dellì’Università di Bristol e i suoi colleghi hanno raccontato il processo che ha portato alla ricostruzione dei colori del piumaggio del dinosauro, vissuto circa 130 milioni di anni fa, i cui resti sono stati ritrovati in Cina.

“Per niente simili alle gigantesche bestie grigie dei libri per bambini,” ha commentato Smithwick, “Alcuni dinosauri presentavano invece sofisticate colorazioni per nascondersi e confondere i predatori, proprio come gli animali moderni”.

Durante la ricerca, gli scienziati hanno mappato come le piume contenenti pigmenti più scuri erano distribuite sul corpo del dinosauro, rivelando alcuni disegni interessanti, tra cui delle strisce nere attorno agli occhi, presenti anche in alcuni uccelli moderni (come ad esempio il Bombycilla cedrorum), e una coda a strisce utilizzata per confondere sia predatori che prede. Il Sinosauropteryx presentava inoltre una schiena scura e un ventre chiaro, un pattern utilizzato da molti animali moderni per apparire più piatti e meno tridimensionali. Questo tipo di ricostruzione è stato possibile grazie allo studio dei pigmenti originali che si sono conservati nei fossili riportati alla luce negli anni Novanta.

Queste scoperte hanno anche permesso ai ricercatori di formulare ipotesi sull’ambiente in cui Sinosauropteryx viveva: specifici tipi di colori nel manto o nel piumaggio possono infatti fornire informazioni sull’habitat di una specie. Animali che vivono in ambienti aperti, come ad esempio la savana, hanno colori che cambiano bruscamente dal chiaro allo scuro, mentre in quelli che vivono in ambienti più chiusi, come ad esempio la giungla, il cambiamento è molto più graduale. Dai dati ottenuti, il team ha potuto stimare che Sinosauropteryx viveva in un ambiente aperto, con poca vegetazione: “Ricostruendo i colori di questi dinosauri abbiamo imparato qualcosa non solo sul loro comportamento e sulle possibili dinamiche preda-predatore, ma anche sull’ambiente in cui vivevano,” ha concluso Smithwick.

Riferimenti: Current Biology

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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