Società

Metà dei teenager è dipendente dallo smartphone

Che i ragazzi siano dipendenti dagli smartphone a quanto pare non è solo un modo di dire. A confermarlo è l’ultimo sondaggio dell’organizzazione no profit Common Sense Media secondo cui la metà degli adolescenti americani si sente “dipendente” dai propri dispositivi mobili. Ma cosa vuol dire dipendenza?

“La dipendenza da tecnologia – spiega Holland Haiis, esperta del settore – può accadere a tutti. Se i vostri ragazzi preferiscono stare da soli in casa a giocare invece di andare fuori per andare al cinema, incontrare i loro coetanei, allora c’è un problema”.

I social media giocano un ruolo fondamentale nella dipendenza dal cellulare, come ad esempio le notifiche di Facebook e Twitter che offrono vere e proprie scosse di piacere in qualche modo simili agli effetti della droga e gioco d’azzardo. L’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, infatti, ha aggiunto una categoria dei disturbi del comportamento di dipendenza che comprende sia il gioco d’azzardo che il gioco online. E la dipendenza da telefonino potrebbe non essere poi così lontana.

Secondo l’indagine circa l’80% dei teenager afferma di guardare il proprio telefono ogni ora e il 72% ha la necessità di rispondere subito ai messaggi che riceve. Ma non solo gli adolescenti sono colpiti da questa “dipendenza”: per quanto riguarda i genitori, nonostante il 36% riferisca di discutere ogni giorno con i figli per l’eccessivo utilizzo del cellulare, il 27% di loro afferma di non poter fare a meno del proprio smartphone e il 69% sostiene di aver bisogno di controllare lo smartphone almeno una volta all’ora. La scoperta più inquietante forse però è che il 56% dei genitori intervistati ha ammesso di controllare il cellulare mentre è alla guida. Peggio ancora, il 51% dei teenager ha riferito di aver visto i propri genitori usare i loro cellulari durante la guida, e quindi mentre erano con loro nell’automobile.

Credits immagine: COM SALUD Agencia de comunicación

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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