Categorie: Spazio

Direttamente dall’asteroide

Per la prima volta è possibile toccare un asteroide, o meglio frammenti incontaminati di un asteroide. Dopo un lungo viaggio, la sonda Hayabusa ha riportato l’anno scorso sulla Terra campioni di polveri dall’asteroide 25143 Itokawa, che sono stati recentemente analizzati da diversi team di ricercatori giapponesi. Una delle scoperte più sensazionali, pubblicata oggi su Science, è che questa polvere di asteroide ha la stessa composizione delle condriti, i meteoriti più abbondanti sul nostro pianeta. Poiché le condriti sono fra i reperti più antichi che possediamo del Sistema Solare, significa che questi asteroidi contengono i dati sui periodi remoti del nostro sistema. Oltre allo studio sulle condriti, Science pubblica altri sei studi dedicati ai nuovi risultati ottenuti grazie ad Hayabusa.

Lanciata nel 2003 dall’agenzia spaziale giapponese (JAXA), Hayabusa ha raggiunto l’asteroide Itokawa dopo due anni di viaggio. Il materiale prelevato (per la prima volta nella storia) dagli strati più esterni sono stati riportati a Terra nel 2010. Disporre di campioni di corpi celesti offre grandissime opportunità agli scienziati, che possono compiere le loro analisi con gran dettaglio in laboratorio. Un metodo di indagine inaugurato dalle missioni Apollo con i campioni lunari, e proseguito da altre missioni come Stardust, che ha riportato a Terra materiale cometario nel 2006. Ma se ai tempi del programma Apollo servivano chilogrammi di materiale, oggi bastano poche decine di grammi per ottenere risultati estremamente dettagliati.

I campioni riportati da Hayabusa sono risultati determinanti per risolvere il dibattito circa la natura degli asteroidi e dei meteoriti. Si riteneva infatti che gli asteroidi come Itokawa, che solitamente si trovano nella fascia interna degli asteroidi, fossero il luogo di origine di gran parte dei meteoriti che colpiscono la Terra, ma finora le analisi spettroscopiche effettuate a distanza sugli asteroidi non si sono rivelate decisive. Ora, la composizione della polvere di asteroide si è rivelata compatibile con quella dei meteoriti. Inoltre, l’analisi dei minerali ha permesso di concludere che la polvere è stata esposta a un riscaldamento prolungato a circa 800 °C. Per raggiungere temperature simili senza raffreddarsi, un asteroide deve però avere un diametro di almeno 20 chilometri, molto più di Itokawa. Per questo motivo gli scienziati ritengono che l’asteroide si sia formato in seguito alla distruzione di un asteroide più grande.

Riferimento: DOI: 10.1126/science.1207758

Massimiliano Razzano

Dopo laurea e dottorato in Fisica, ha trascorso periodi di studio in Europa e negli Stati Uniti. Attualmente lavora presso l’Università di Pisa e l’INFN, dove svolge ricerca in astrofisica delle alte energie. Alla ricerca affianca da anni la divulgazione ed il giornalismo scientifico.  Giornalista pubblicista, collabora con diverse testate fra cui Le Stelle, Le Scienze, Mente & Cervello, Nuovo Orione, Airone, e dal 2010 con Galileo.

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