Discriminazioni genetiche

Il tumore del fegato è una delle neoplasie più diffuse a livello mondiale, soprattutto fra la popolazione maschile, dove l’incidenza arriva a superare di due volte e più quella riscontrata nel genere femminile. Le ragioni di questa maggior predisposizione alla malattia risiederebbero in uno sconvolgimento, nel fegato degli uomini, dell’equilibrio tra geni maschili e femminili espressi: una modificazione che avverrebbe in seguito alle infiammazioni croniche. È quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) e recentemente pubblicato sul Journal of Cancer Research.

Il fegato è un organo sessualmente dimorfico, ossia presenta caratteristiche diverse in base al genere, soprattutto in termini di espressione genica, attività enzimatica e risposta immunitaria. Tali differenze si definiscono durante l’adolescenza e spiegano anche le diverse reazioni ad alcuni antibiotici e farmaci, osservate nei due sessi.

I ricercatori del Mit hanno condotto le loro osservazioni su topi in cui era stato indotto il tumore attraverso un’infezione con Helicobacter hepaticus (un batterio che provoca, nella specie murina, sintomi analoghi a quelli causati nell’uomo dall’epatite B e C). Come riportato nello studio, l’infiammazione cronica ha represso, a livello epatico, l’espressione di numerosi geni maschili e attivato alcuni geni femminili, provocando una “perdita d’identità di genere” dell’organo e un conseguente squilibrio metabolico che sembra favorire lo sviluppo del tumore.

I risultati di questo studio, affermano gli autori, potrebbero avere grande rilevanza anche per altre forme tumorali associate a infezioni croniche, per esempio il cancro dello stomaco e del colon, anch’esse più frequenti negli uomini. (s.p.)

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