Disegni (quasi) impossibili

Una tecnica sofisticata che rivela conoscenze matematiche comprese in Occidente solo alcuni secoli dopo. È quella che hanno usato, fin dal Medioevo, gli architetti islamici per i disegni delle superfici piastrellate, caratterizzati da complessi disegni geometrici. Lo sostengono uno studente di Fisica della Harvard University, Peter Lu, e il fisico e cosmologo della Princeton University Paul Steinhardt che hanno pubblicato la loro ricerca su Science.

Le pareti dei palazzi islamici medioevali presentano modelli geometrici a “stelle e poligoni”, detti “girih”, spesso ricoperti da una rete di linee a zig zag. Alcuni di questi modelli sono talmente complessi da essere paragonabili alle strutture attualmente denominate “quasicristalli”. I disegni quasicristallini, dimostrati matematicamente per la prima volta da Roger Penrose negli anni Settanta, sono costituiti da una serie di tessere poligonali disposte una accanto all’altra in maniera non regolare o aperiodica. Le simmetrie dei “quasicristalli” sono impossibili se le tessere vengono accostate in maniera regolare poiché ci sarebbero sempre spazi vuoti tra di loro.

Analizzando foto e progetti architettonici dei palazzi islamici i due ricercatori hanno scoperto che  fin dal XIII secolo questi modelli venivano realizzati grazie a un piccolo set di tessere poligonali decorate, i “girih tiles”. Con poche tessere si potevano creare tanti diversi schemi di tassellatura. La sovrapposizione di “girih tiles” di differenti misure consentì di creare, nel 1453, modelli quasicristallini pressochè perfetti. Repertori di tessere riportati su pergamena  furono utilizzati come modelli dagli architetti. Uno di questi, risalente al quindicesimo secolo e noto come pergamena di Timurid-Turkmen, è conservato al Topkapi Palace Museum di Istanbul. (an.c.)

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