Salute

Disturbi alimentari, ecco la mappa dei centri specializzati

Oggi, 15 marzo, ricorre la giornata nazionale dedicata ai disturbi alimentari come anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, o binge eating, purtroppo sempre più diffusi specialmente fra le fasce più giovani della popolazione. Per l’occasione è stata aggiornata la piattaforma online, già disponibile da gennaio scorso, dei centri dedicati alla cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. La mappa, liberamente consultabile, consente di individuare i centri specializzati per regione, provincia o addirittura in base a uno specifico indirizzo, e consente anche di specificare il tipo di servizio di cui si ha bisogno: terapia ambulatoriale specialistica convenzionale, terapia ambulatoriale intensiva o semiresidenziale, e così via.

Consulta la mappa

Quali e quanti sono i centri dedicati

Parliamo di 126 strutture in totale specializzate nei disturbi alimentari, di cui circa la metà si trovano nelle regioni del nord Italia, 23 al centro e 40 sono distribuite fra sud e isole. 112 sono centri pubblici, ovvero appartenenti al sistema sanitario nazionale, mentre 14 appartengono al settore del privato accreditato. La maggior parte delle strutture (84%) ha dichiarato di prendere in carico persone maggiorenni, ma esistono anche strutture che si occupano della fascia di età 15-17 (l’82% del totale) e dei minori fino a 14 anni (il 48% del totale). Al loro interno lavorano professionisti con diverse specializzazioni, fra cui psicologi, psichiatri e neuropsichiatri infantili, dietisti, infermieri, educatori professionali, medici specialisti in nutrizione clinica, pediatri. Le tipologie di intervento sono quindi variabili in base al singolo caso e possono comprendere, fra gli altri, percorsi psicoterapeutici, nutrizionali, di monitoraggio della condizione psichico-fisico-nutrizionale. “I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, quali anoressia, bulimia e binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata) – spiega Simona Pichini, responsabile del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – sono purtroppo sempre più diffusi, colpiscono fasce sempre più giovani della popolazione e, se non diagnosticati e trattati precocemente, tendono a cronicizzare con effetti gravi su tutto l’organismo, a volte anche letali. La nostra piattaforma web, costantemente aggiornata, è un servizio prezioso perché offre, in tempo reale, un database dei centri dedicati alla cura di tali disturbi, che prevedono una presa in carico globale e integrata, consentendo così ai cittadini con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, alle loro famiglie, a chi sta loro vicino la possibilità di usufruire di interventi appropriati”. 

Via: Wired.it

Credits immagine: Annie Spratt su Unsplash

Leggi anche: L’anoressia non è solo una malattia psichiatrica

Sara Carmignani

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