Diversa forma, differente evoluzione

I ricercatori del Mc Gill University Health Centre ci mettono in guardia: non tutte le forme di cancro al seno evolvono allo stesso modo. E non sempre la dimensione del tumore basta per valutare la diffusione del cancro nei linfonodi delle ascelle, in genere primo bersaglio della malattia. Gli scienziati sono giunti a questa conclusione, di prossima pubblicazione sulla rivista Cancer, dopo aver esaminato un campione di oltre 1500 donne statunitensi colpite nell’ultimo trentennio da tumore della mammella. Nelle pazienti in cui il cancro non è dipeso da alcuna mutazione genetica oppure si è accompagnato all’alterazione del gene BRCA2 è stata ben documentata la correlazione tra la dimensione del carcinoma e la quantità di linfonodi colpiti. La percentuale di linfonodi malati ha quindi permesso ai medici di valutare l’aggressività del cancro e pianificare la terapia più efficace. Quando però la patologia si è legata alla mutazione di un altro gene, il BRCA1, non è più stato possibile mostrare una correlazione esplicita. Ma la pericolosità della malattia non è diminuita. Precedenti studi hanno anzi evidenziato la particolare aggressività di questa forma di cancro che evidentemente riesce a diffondersi nell’organismo per altre vie. Grazie alle nuove indicazioni dovrebbe tuttavia essere più facile condurre diagnosi precoci e predisporre trattamenti più efficaci anche per questo tipo di tumore. (g.p.)

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