Se dopo Covid-19 cresce il rischio di diabete

diabete
Immagine di stevepb via Pixabay

Le sorprese di Covid-19 non sembrano finire. Già da qualche tempo si discute di un eventuale legame fra l’infezione da Sars-Cov-2 e la comparsa del diabete. Oggi un vasto studio americano, condotto condotto dal VA Saint Louis Health Care System, conferma l’ipotesi di un’associazione – per ora statistica e non causale – fra Covid-19 e questa malattia cronica del metabolismo

Il problema potrebbe manifestarsi fino a un anno di distanza dal coronavirus, anche nel caso di infezioni di entità lieve. Si parla inoltre principalmente di diabete di tipo 2, i meccanismi alla base di questo fenomeno sono ancora da studiare. Lo studio presenta dei limiti, a detta degli stessi autori, che potrebbero aver in parte influenzato l’esito. Per questo, i risultati, pubblicati su The Lancet Diabetes & Endocrinology, sono da approfondire e confermare.


Covid-19 e bambini: l’infezione aumenta il rischio di diabete?


Lo studio su quasi 200mila persone

I due autori Ziyad Al-Aly e Yan Xie, affiliati al dipartimento statunitense che si occupa della salute dei veterani, hanno analizzato il quadro clinico di più di 181mila partecipanti, risultati positivi a Sars-Cov-2 da marzo 2020 alla fine di settembre 2021. Le loro informazioni cliniche sono state comparate con quelle di 2 registri contenenti ciascuno i dati di oltre 4 milioni di persone non colpite da Covid, sia prima sia durante la pandemia, che hanno avuto accesso ai servizi del VA Saint Louis Health Care System. I ricercatori hanno monitorato la salute dei volontari per circa un anno a distanza dal coronavirus.


Covid-19 e gli effetti sul cuore: aumenta il rischio per 20 malattie cardiovascolari


Il rischio di diabete cresce del 40%

Dal confronto fra i campioni – da un lato i positivi al virus e dall’altro le persone mai contagiate in questo periodo – gli autori indicano che chi ha contratto l’infezione risulta avere in media un rischio più alto del 40% di sviluppare il diabete, quasi sempre di tipo 2, entro un anno. Questo aumento corrisponde alle seguenti cifre: ogni 1.000 individui ci sarebbero 13 casi di diabete in più nel gruppo di chi ha avuto Covid-19 fino a distanza di 12 mesi dalla sua manifestazione. 

La probabilità risulta salire al crescere della gravità dell’infezione da coronavirus: è in media quasi tripla per chi è stato ricoverato ed è entrato in terapia intensiva. Inoltre, chi presenta già altri fattori di rischio di diabete è più esposto. Tuttavia ci sarebbe un possibile collegamento anche in presenza di infezioni di entità lieve e, in casi ridotti, anche in chi non è predisposto.

Attenzione ai numeri

In assoluto il rischio rimane piccolo, secondo quanto affermato dall’autore Al-Aly, ma comunque non è trascurabile. Questo anche a causa della vastissima diffusione del coronavirus: considerando infatti che centinaia di milioni di persone hanno contratto Covid-19 in questi due anni di pandemia – siamo quasi a quota 500 milioni di contagiati a livello globale – in proporzione anche un ristretto aumento dell’incidenza del diabete potrebbe corrispondere a cifre molto rilevanti. 

“Le implicazioni a lungo termine dell’infezione da SARS-CoV-2 sull’aumento del rischio di diabete sono profonde”, scrivono in un editoriale di accompagnamento Venkat Narayan e Lisa R. Staimez della Emory University. L’obiettivo dello studio è pertanto quello di riportare l’attenzione sullo screening per il diabete nelle persone che hanno o hanno superato un’infezione da Sars-Cov-2, soprattutto se con sintomi Covid gravi e se sono predisposte a questa malattia metabolica.

I limiti dello studio

La ricerca è di tipo statistico, dunque associa i dati della positività a Covid-19 con quelli delle nuove diagnosi di diabete, pertanto non rintraccia un nesso di causa-effetto fra le due malattie. Inoltre, gli autori stessi evidenziano la presenza di alcuni limiti che potrebbero influire sul risultato dello studio. In particolare, nel gruppo di controllo dei “non contagiati” potrebbero essere incluse persone che hanno avuto Covid asintomatico o con sintomi molto lievi, alterando in qualche modo l’esito del confronto. 

Inoltre, alla crescita dei casi potrebbe anche contribuire il fatto che il diabete è emersa nel momento in cui l’individuo si è recato presso il centro medico per il test del coronavirus. E questo avrebbe in qualche modo accelerato la diagnosi o portato alla luce la patologia. Sarà necessario avere più tempo e dati per ottenere maggiori informazioni e studiare i possibili meccanismi sottostanti.

Via Wired.it