Dopo Dolly, l’essere umano

Concessa al creatore della pecora Dolly la licenza di estrarre staminali da embrioni umani clonati. L’autorizzazione a Ian Wilmut e al suo collega Paul de Sousa del Roslin Institute di Edimburgo, insieme a Christopher Shaw del King’s College di Londra, è giunta martedì scorso da parte dell’Autorità Britannica che si occupa di fecondazione umana. La licenza, valida un anno, di clonare embrioni umani a scopi di ricerca medica è la seconda concessa in Gran Bretagna. La prima licenza fu accordata nell’agosto dello scorso anno a ricercatori del Newcastle Centre for Life per studiare lo sviluppo embrionale con lo scopo di sviluppare cure per malattie gravi come il diabete. Stavolta lo scopo della ricerca è il trattamento di malattie del neurone motore. Wilmut e colleghi dovrebbero estrarre infatti cellule da pazienti affetti da questo genere di disfunzioni neuronali e creare embrioni clonati grazie alla tecnica standard di sostituzione del nucleo cellulare. Dopo il rimpiazzamento del nucleo l’embrione dovrebbe essere artificialmente spinto a dividersi come farebbe naturalmente dando luogo a cellule staminali, poi indotte a diventare neuroni. Questi dovranno infine essere confrontati con quelli di persone che non hanno la malattia cerebrale. L’uso della clonazione dovrebbe permettere, nelle intenzioni dei ricercatori, di far compiere un passo avanti allo studio dei geni che causano la malattia, dopo vent’anni di scarsi successi. Secondo i responsabili del progetto, il loro approccio non creerebbe problemi di tipo bioetico, perché non si tratterebbe di clonazione riproduttiva, in quanto le cellule uovo impiegate non potrebbero crescere comunque per più di due settimane. (m.cap.)

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