Una nuova scienza

    L’emergenza dei problemi ambientali è sotto gli occhi di tutti: eventi come i cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse naturali, l’inquinamento, tanto per citarne alcuni, hanno un’influenza diretta sulle nostre vite. E ci sono ormai pochi dubbi sul fatto che le attività umane hanno un ruolo non secondario in queste trasformazioni epocali. Altrettanto evidente è, o almeno dovrebbe essere, il fatto che, per imboccare la strada di uno sviluppo duraturo, la società ha più che mai bisogno della ricerca scientifica. Meno ovvio è invece come debba svilupparsi questa ricerca. Come riferiscono gli autori del dossier che pubblichiamo in questo numero, a livello internazionale si è già affermata l’esigenza di un approccio interdisciplinare, l’unico che possa aiutare la scienza a dipanare l’intrico di relazioni fisiche, chimiche, biologiche che compongono il Sistema Terra. Basti pensare ai grandi programmi di ricerca avviati dall’International Council for Science sui cambiamenti climatici, che mirano all’integrazione dei contributi delle singole discipline e coinvolgono anche le scienze sociali. Per non essere esclusa da questa grande impresa scientifica, la ricerca nazionale deve dunque fare propria la nuova impostazione, a cominciare dai percorsi formativi delle nuove leve di studiosi dell’ambiente.

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