Spazio

È in arrivo una tempesta geomagnetica causata da un “buco” nel Sole

Provengono da un “buco” nell’atmosfera del Sole. Sono i venti ad alta velocità che nei prossimi giorni colpiranno il campo magnetico terrestre, innescando una tempesta geomagnetica. Fortunatamente, stando a quanto riferito dai meteorologi dello Space Weather Prediction Center (Swpc) della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), il “materiale gassoso che scorre da un buco meridionale nell’atmosfera solare” innescherà una tempesta debole, o “minore”, classificata con la sigla G1. Vale a dire che causerà probabilmente solo lievi fluttuazioni nelle reti elettriche e avrà pochissimi impatti su alcune funzioni dei satelliti, comprese quelle per i sistemi Gps. Questa tempesta, ricordiamo, arriva quando il Sole è entrato nella sua fase più attiva del suo ciclo solare di circa 11 anni. La sua attività, infatti, aumenterà costantemente per i prossimi anni, raggiungendo il picco nel 2025, prima di diminuire nuovamente.


Svelato il mistero della corona solare, e spunta una nuova costante


I buchi della corona solare, ricordiamo, sono aree dell’alta atmosfera della nostra stella in cui il plasma è più freddo e meno denso. Non solo: rappresentano anche i punti in cui le linee del campo magnetico, invece di ripiegarsi su se stesse, si irradiano nello Spazio, permettendo così ai materiali di fuoriuscire a velocità che, secondo alcune stime, possono arrivare a 2,9 milioni di chilometri orari. Questa raffica di detriti solari (o espulsione di massa coronale, Cme) quando arriva vicino a pianeti con forti campi magnetici come il nostro (solitamente impiegano tra le 15 e le 18 ore per raggiungerlo), viene assorbita, innescando tempeste geomagnetiche. Durante queste tempeste, il campo magnetico della Terra viene compresso da onde di particelle altamente energetiche che, vicino ai poli, agitano le molecole nell’atmosfera, rilasciando energia sotto forma di luce per creare le aurore.

Tempeste geomagnetiche più potenti, invece, potrebbero arrivare a interrompere il campo magnetico terrestre, a tal punto da paralizzare internet, o addirittura far cadere i satelliti sul nostro pianeta. Per esempio, come ricorda Live Science, la più grande tempesta solare mai vista è stata nel 1859, chiamata “Evento di Carrington” (dal nome dell’astronomo inglese Richard Carrington), che provocò gravi problemi ai sistemi telegrafici di tutto il mondo e produsse aurore visibili a latitudini insolite, fino ai Caraibi. Se un evento simile dovesse succedere ora, spiegano gli esperti della Nasa, causerebbe miliardi di dollari di danni e provocherebbe blackout diffusi, proprio come la tempesta solare del 1989 che causò blackout in tutta la provincia canadese del Quebec.

via Wired.it

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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