Dopo trent’anni di ricerche condotte sulla popolazione del piccolo atollo di Pingelap, in pieno Oceano Pacifico, la ricercatrice Irene Hussels Maumenee della Johns Hopkins University ha individuato e isolato il gene responsabile della acromatopsia, ovvero della malattia che rende impossibile la percezione dei colori. Il lavoro, che sarà pubblicato su Nature Genetics di luglio, conferma anche che la patologia ha carattere ereditario e che, a differenza della più diffusa incapacità di distinguere i colori, inibisce completamente la visione cromatica: chi ne è affetto vede in “bianco e nero”, riuscendo a percepire solo le diverse intensità luminose dei colori. Come in una scala di grigi. L’acromatopsia colpisce nel mondo circa una persona su 50 mila, ma a Pingelap la percentuale di malati sale al 5 per cento della popolazione. E non solo: “Molti abitanti dell’isola tropicale – aggiunge Maumenee – devono restare in casa fino al tramonto. Se escono durante il giorno, infatti, i loro occhi ipersensibili non permettono di vedere nulla ”. E questo diventa anche un fattore di emarginazione: chi soffre di acromatopsia ha difficoltà a leggere e quindi a studiare e, come denuncia la stessa Maumenee, “viene considerato di una casta inferiore”. (ma.gia.)
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