Salute

Morbillo, più di 200 casi nei primi tre mesi dell’anno

Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), potremmo essere all’inizio di una nuova epidemia di morbillo: da gennaio a marzo si sono già registrati 213 casi, la maggior parte (oltre il 74%) nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni, anche se la maggiore incidenza è stata osservata nei bambini tra 0 e 4 anni (11 casi avevano meno di 1 anno). Quasi la metà (il 48,8%) ha richiesto il ricovero in ospedale e il 26,3% ha riportato almeno una complicanza, tra cui problemi al fegato (26 casi), polmoniti (23) ed encefaliti (1). La maggior parte delle persone colpite (l’88,2%) è risultata non vaccinata o aveva ricevuto una sola dose.

Non sottovalutare il morbillo

Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus a rna appartenente al genere Morbillivirus, della famiglia Paramyxoviridae. Si trasmette per via aerea ed è un’infezione molto contagiosa che si diffonde rapidamente e dà luogo a epidemie, tanto che prima dell’avvento della vaccinazione colpiva praticamente ogni bambino, costituendo pertanto una delle principali cause di morte in età infantile. Un fatto che oggi, nonostante l’incidenza si sia molto ridotta proprio per la diffusione del vaccino, non è cambiato: il morbillo rimane una malattia seria che può avere complicazioni gravi e portare anche alla morte.

I sintomi

I sintomi del morbillo compaiono una decina di giorni dopo l’infezione. Nella fase iniziale la persona malata sembra raffreddata, con naso che colatosse e febbre; gli occhi, poi, possono arrossarsi e diventare sensibili alla luce. Un altro segno precoce del morbillo è la possibile comparsa di piccole macchie bianche circondate da un alone rossastro sulle gengive e all’interno delle guance (macchie di Koplik). Tra il terzo e il settimo giorno dalla comparsa dei primi sintomi la temperatura può salire molto, anche oltre i 40°C e compaiono macchie rosse sulla pelle che dal viso si diffondono per tutto il corpo.

Le complicazioni

Sia l’eruzione cutanea sia la febbre nel giro di qualche giorno in genere scompaiono, ma in circa il 30% dei casi possono svilupparsi complicazioni – tra cui otiti, polmoniti, diarrea, encefaliti post-infettive (1 su 1.000-2.000 casi) e sovrainfezioni batteriche – che richiedono l’assistenza urgente e il ricovero in ospedale.

Come si legge sul sito dell’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), la mortalità è di 1-3 casi su 1.000 ed è più alta nei soggetti di età inferiore ai cinque anni e tra gli individui immunocompromessi, con la polmonite responsabile di 6 decessi su 10 associati al morbillo. Una complicazione rara (1 su 100mila casi, soprattutto se il virus viene contratto prima dei due anni di età) e meno nota del morbillo è la panencefalite sclerosante subacuta, una condizione degenerativa del sistema nervoso centrale che porta alla morte: è dovuta a un’infezione persistente del virus del morbillo mutato e può manifestarsi anni dopo (in media 7 anni) l’episodio acuto.

Il vaccino

Proprio per la sua contagiosità, a cambiare l’epidemiologia del morbillo è stato l’avvento della vaccinazione. La primissima versione a virus vivo attenuato venne sviluppata nel 1963; oggi si trova soprattutto nella forma combinata trivalente (Mpr, la combinazione di vaccini contro morbillo, parotite e rosolia) o tetravalente (oltre a morbillo, parotite e rosolia si aggiunge la varicella). Il ciclo si compone di due dosi: in Italia la prima viene somministrata in genere tra il 12° e il 15° mese di vita, la seconda tra i 5 e i 6 anni. Anche gli adolescenti e gli adulti che non siano stati immunizzati da bambini possono sottoporsi a vaccinazione.

La vaccinazione contro il morbillo, come tutti i farmaci, può avere effetti avversi. La maggior parte, comunque, è di lieve entità (reazione nel sito di iniezione, febbre, dolori alle articolazioni, esantema) e si risolve spontaneamente. Nel complesso gli esperti sono concordi nel dire che sottoporsi alla vaccinazione è molto più sicuro che contrarre la malattia.

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) statunitensi, il ciclo vaccinale completo è efficace al 97% nel prevenire il morbillo. Tre persone vaccinate su cento statisticamente potrebbero comunque contrarre il virus, se esposte. I motivi non sono del tutto chiari: è possibile che il sistema immunitario di queste persone non reagisca correttamente alla vaccinazione, oppure che l’immunità si perda nel tempo. In ogni caso, l’infezione risulta più lieve. Per proteggere le persone in cui la vaccinazione è meno efficace e coloro che per vari motivi non possono essere vaccinati o risultano immunocompromessi, sarebbe necessario che la copertura vaccinale della popolazione raggiungesse la soglia del 95%, un obiettivo che, purtroppo, oggi non è ancora stato raggiunto (l’ultimo aggiornamento del 2022 disponibile su EpiCentro – Iss riporta un dato di copertura nazionale del 93,85%, ma che in alcune Regioni e Province Autonome non raggiunge il 90%).

Via: Wired.it

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Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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