Categorie: Salute

Ebola, paura per le mutazioni del virus

La storia dell’epidemia di ebola che si è abbattuta nell’Africa occidentale racconta già, nei numeri, quanto sia difficile combattere una malattia contro cui l’unica arma è la prevenzione, in attesa di una cura che possa dirsi tale. Non si arrestano infatti il contagio, ormai prossimo ai 5mila casi, né i morti, che sono arrivati a 2.400 nei paesi più colpiti (Guinea, Sierra Leone e Liberia). Ma le cose potrebbero addirittura andar peggio. Perché, senza creare allarmismi, ci sono almeno due fattori che potrebbero acuire l’epidemia, come racconta anche il New York Times.

Il primo ha a che fare con il rischio diffusione, in particolare col pericolo che il virus raggiunga non solo altri paesi, ma in modo particolare le grandi città dei paesi in via di sviluppo. Infatti un conto è cercare di arginare la malattia nei villaggi, altro farlo nelle città, come potrebbero essere Lagos, Nairobi, Kinshasa o Mogadiscio.

Il secondo fattore che potrebbe far peggiorare, e di molto, la situazione, è invece strettamente legato al virus, con la paura che possa trasformarsi in un patogeno trasmissibile per via aerea. Per ora infatti ebola si trasmette solo tramite contatto diretto con i fluidi biologici di persone infette, ma cosa accadrebbe se il virus acquisisse la capacità di trasmettersi anche per via aerea, anche considerato che alcune delle analisi genetiche condotte finora sembrano descriverlo come un virus che muta alquanto rapidamente?

Lo scenario non è poi così fantascientifico, anzi. Già nel 2012 infatti, uno studio canadese aveva mostrato come il virus di ebola fosse capace di trasmettersi per via aerea tra specie diverse, quali maiali e scimmie (sebbene un più recente studio sulle scimmie ne abbia escluso la possibilità di trasmissione aerea tra scimmie). Detto questo, la domanda che si pone Michael T. Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy della Unviersity of Minnesota e autore del pezzo su Nyt, è questa: cosa dovremmo fare che già non stiamo facendo per combattere ebola?

Fondamentale per Osterholm sarebbe la presa in carico, come dirigente della operazioni, da parte di qualcuno, ora. Qualcuno che possa dirigere le autorità sanitarie, le organizzazioni umanitarie e mediche e che, in questo caso, egli sostiene, altri non potrebbe essere che le Nazioni Unite, finora fondamentali nel collaborare all’epidemia, ma senza nessuno a rendersi responsabile delle operazioni in tutto (sempre nel rispetto della sovranità dei paesi africani colpiti).

Tra le misure adottabili dall’Onu, per esempio, quella di garantire e assicurare i trasferimenti aerei da e per le regioni colpite. Interrompere i collegamenti con queste zone infatti non è una misura davvero efficacie contro l’epidemia, come spiegano anche gli esperti. O ancora, conclude Osterholm, dovrebbe coordinare a livello globale il reclutamento e la formazione del personale medico-infermieristico, e quindi indirizzarlo nelle regioni colpite.

Via: Wired.it

Credits immagine: European Commission DG ECHO/Flickr CC

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

Articoli recenti

La plastica che si autodegrada grazie alle spore batteriche

Per crearla, i ricercatori dell'Università della California di San Diego hanno utilizzato spore batteriche di…

2 ore fa

I misteriosi dodecaedri romani che nessuno sa a cosa servissero

I piccoli oggetti di bronzo continuano a spuntare nei siti archeologici di mezza Europa. L’ultimo…

1 giorno fa

Quel movimento che ci rende umani

Allontanarsi e avvicinarsi, protendersi e ritrarsi, sono aspetti primordiali della relazione tra sé e altro…

2 giorni fa

“Così insegniamo agli studenti il benessere mentale”

Coltivare il benessere psicologico per una delle categorie più stressate d’Italia, gli universitari: il programma…

5 giorni fa

Perché il vaccino anti-Covid di AstraZeneca non verrà più prodotto?

No, non è per via degli effetti collaterali. Si tratta di una decisione aziendale dovuta…

6 giorni fa

Immergersi in un buco nero, grazie a una simulazione

Un viaggio attorno alla porzione di spazio-tempo più buia e misteriosa che conosciamo, fino ad…

1 settimana fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più