E’ la chiave che permette di capire come si innesca il meccanismo cellulare che porta alla formazione del cancro. La porta che potrebbe aprire nuove strade farmacologiche per combattere la proliferazione delle cellule tipica dei tumori. Ed è una scoperta tutta italiana che ha conquistato le pagine di Science. Protagonisti dello studio Pier Giuseppe Pellicci e Luciano di Croce dell’Istituto Europeo Tumori, quello di Umberto Veronesi. I ricercatori hanno studiato all’interno della cellula i tanti meccanismi molecolari che gradualmente la trasformano da sana a tumorale, scoprendo che, nelle primissime fasi, alcune proteine difettose – oncoproteine – attirano a sé un gran numero di enzimi “guastatori” capaci di disattivare proprio quei geni necessari per regolare le funzioni vitali della cellula, che smette di crescere normalmente e inizia a riprodursi in quel in modo “sregolato” che dà origine al cancro.
Le metiltransferasi, questo il nome degli enzimi, incollano sul Dna alcune molecole estranee, rendendo in pratica inutilizzabili i segmenti così contrassegnati. Questo processo, detto metilazione, fa sì che i geni che normalmente ci proteggono dai tumori – gli oncosoppressori – vengano silenziati, spianando così la via al cancro. “Nelle cellule alterate”, spiega Di Croce, “alcuni geni non sono espressi. La trascrizione di questi geni è bloccata perché questi sono silenziati dal meccanismo di metilazione e ipermetilazione. Ma, fino a questo momento, non capivamo il legame tra oncoproteine e metilazione. Ora lo sappiamo: sono queste proteine a mettere in moto gli enzimi della metilazione e a inviarli sui geni promotori. Nella leucemia, questo induce il blocco della differenziazione delle cellule del sangue e la malattia”.
L’attenzione dei ricercatori è stata tutta puntata su una specifica oncoproteina, la PML-RAR, già individuata dallo stesso gruppo di ricerca come causa scatenante della leucemia premielotica acuta. Pellici aveva poi trovato una molecola in grado di controllare la sua attività, offrendo una nuova terapia per questa grave patologia. Proprio l’attività “metilante” di questa oncoproteina è la scoperta annunciata oggi. “Il grande valore clinico dello studio”, ha commentato Pelicci, “è che il reclutamento delle metiltransferasi a opera delle oncoproteine rappresenta un nuovo bersaglio per la terapia farmacologica anticancro. L’attività di questi enzimi, la metilazione, può infatti essere inibita per mezzo di farmaci specifici, arrestando così il processo di formazione di molti tumori. In provetta abbiamo già trovato un composto in grado di bloccare la metiltransferasi nella cellula di un tipo leucemia, ottenendo la regressione della malattia. Stiamo ora lavorando per passare il più velocemente possibile alla clinica”.
In realtà alcuni farmaci che ostacolano la metilazione già esistono, ma finora nessuno aveva dato peso a questo processo, ritenendolo non specifico della cancerogenesi. Alla luce della scoperta italiana, però, ora questi principi attivi saranno oggetto di maggiore interesse.
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