Monti Lessini: ecco i disegni più antichi d’Europa

A guardarli si rimane stupiti e affascinati: i graffiti che stiamo ammirando sono le opere d’arte più antiche d’Europa. L’artista che li ha creati è un Homo Sapiens che 35 mila anni fa con l’ocra rossa, forse aiutato da un utensile rudimentale, decorò il suo rifugio disegnando un animale a quattro zampe assieme a linee geometriche. Si tratta di pitture in caverna più arcaiche dei famosi tori e cavalli dipinti sulle pareti delle grotte di Altamira, nei Pirenei spagnoli, e di Lascaux, nel Sud est della Francia. I quattro frammenti di pietra risalenti al Paleolitico, misurano tra 30 e 40 centimetri e sono stati rinvenuti nella grotta di Fumane sui Monti Lessini, a 350 metri dal fondovalle, nel veronese.

L’eccezionale scoperta è opera dei paleontologi dell’Università di Ferrara che da decenni effettuavano ricerche nella grotta. “Stavamo pulendo proprio la superficie di un’antica area abitata, quando, vicino alla zona del focolare, abbiamo trovato le pietre con tracce di ocra rossa che probabilmente si erano staccate dalla volta della caverna”, ricorda Alberto Broglio, il paleontologo che dal 1988 dirige lo scavo a Fumane, “erano completamente ricoperte di concrezioni che le avevano miracolosamente conservate dalle erosioni quando sono cadute sul pavimento della grotta”. La scoperta è doppiamente importante poiché potrebbe permettere di riscrivere un pezzo della storia del Paleolitico italiano. Infatti, finora gli esperti hanno sempre ritenuto che pitture così antiche non fossero presenti in Italia, dato che nei siti conosciuti non si erano mai verificate le condizioni per la loro conservazione.

Al momento, però, solo su due delle quattro pietre è stata effettuata la ripulitura con il bisturi che ha fatto emergere i due disegni. E proprio uno dei graffiti ha lasciato di stucco i paleontologi. “I restauratori hanno riportato alla luce la bellissima figura di un quadrupede flessuoso, un’immagine lunga quasi trenta centimetri, dalla testa allungata, che potrebbe rappresentare un felino, per esempio un gatto selvatico, un leone delle caverne, o un leopardo. Ma potrebbe anche trattarsi di un mustelide, come un ermellino o una donnola”, continua Broglio, “l’altro graffito è invece formato da due linee orizzontali e cinque verticali e per ora non siamo riusciti dare un’intrepretazione del suo significato”. I reperti sono stati analizzati con il metodo del carbonio, che ha confermato l’appartenenza delle pietre al periodo paleolitico. Mentre per i risultati completi degli studi occorrerà aspettare il 18 ottobre, quando a Verona saranno presentati pubblicamente i quattro frammenti.

Ma i graffiti scoperti non sono l’unica sorpresa che la grotta di Fumane ha svelato. Durante due lustri di ricerche, gli archeologi dell’ateneo di Ferrara hanno ritrovato nella caverna migliaia di manufatti litici dalle forme più diverse, insieme a resti di pasto, scheletri di uccelli cacciati, oggetti ornamentali e ossi lavorati. E chissà che questa grotta ormai destinata a diventare famosa in tutto il mondo non preservi altre sorprese importanti sui nostri antenati.

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