Uteri in affitto, fecondazione in vitro e, adesso, topi che si prestano a fare da incubatrice per gli ovuli umani. E’ l’ultima scoperta di un gruppo di scienziati del Samuel Luenfield Research Institute di Toronto, presentata oggi a Bologna al convegno della Società Europea di Embriologia Umana. Si tratta di una nuova tecnica che permetterà alle donne che hanno subito l’asportazione delle ovaie di mantenere la fertilità. “La possibilità di preservare e congelare la corteccia ovarica prima di un intervento o di un trattamento chemioterapico che danneggia la fertilità”, afferma Ariel Revel, responsabile dell’équipe, “offre una nuova speranza per le giovani pazienti malate di cancro”. Il metodo è semplice: si prende il tessuto ovarico femminile congelato, lo si trapianta nei muscoli dei topi dove rimane per circa tre mesi, fino a maturazione degli ovuli. A questo punto il tessuto può essere estratto e coltivato in laboratorio, prima di essere immesso nuovamente nel corpo umano. I rischi però sono ancora molti: primo fra tutti il pericolo che il tessuto ovarico possa contenere cellule cancerogene che si trasferiscono nel corpo del topo o, viceversa, che le malattie dei topi passino nel corpo umano. (r.p.)
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