Categorie: Spazio

Ecco il lander che andrà su Marte

Il suo nome completo è INterior exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport. O, se preferite, InSight. Si tratta del nuovo gioiellino presentato oggi dalla Nasa nell’ambito del Discovery Program: decollerà fra due anni verso Marte per studiare come si è sviluppata la sua struttura interna stratificata in nucleomantello crosta, molto simile a quella del nostro pianeta. Il lander, spiegano dall’agenzia spaziale statunitense, sarà lanciato dalla Vandenberg Air Force Base, sulla costa della California centrale, e aiuterà a raggiungere l’ambizioso obiettivo di portare l’uomo su Marte entro il 2030.

Per compiere le analisi scientifiche previste, InSight è dotato di un braccio robotico e di strumenti di scavo progettati e costruiti dalle agenzie spaziali di Francia e Germania. Con questa attrezzatura, il lander è in grado di misurare le onde che si propagano all’interno del pianeta, i martemoti e gli impatti con meteoriti. Il suo Heat Flow and Physical Properties Package, inoltre, può tracciare il calore che arriva alla superficie dal nucleo. “Marte, dal punto di vista scientifico”, spiega Bruce Banerdt, ricercatore di InSight del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, “ha un grande vantaggio rispetto alla Terra. Entrambi i pianeti hanno subito più o meno la stessa evoluzione iniziale. Ma Marte, essendo più piccolo, si è raffreddato più velocemente ed è diventato meno attivo, quindi preserva meglio le informazioni sulle prime fasi dello sviluppo roccioso del pianeta”.

Il lander, dotato di tre zampe, si poserà nei dintorni dell’equatore marziano e invierà dati per circa 720 giorni. Il suo braccio robotico piazzerà un sismometro sulla superficie e una copertura protettiva per schermarlo da vento e calore. Un altro esperimento, poi, userà un collegamento radio tra InSight e le antenne del Deep Space Network della Nasa per misurare un’oscillazione nella rotazione di Marte che potrebbe rivelare se il pianeta ha un nucleo solido o fuso. I sensori di vento e temperatura, sviluppati dal Centro de Astrobiologia spagnolo, monitoreranno le condizioni atmosferiche nel sito dell’atterraggio, e un magnetometro misurerà i disturbi magnetici causati dalla ionosfera marziana.

Via: Wired.it
Credits immagine: Nasa – Jpl Caltech

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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