Categorie: Salute

Ecco la mandibola stampata in 3D

Di solito, nel mondo delle stampanti tridimensionali si fa a gara per vedere chi realizza gli strumenti laser più piccoli e compatti. Ma in questo caso, sul banco dei creativi c’era in gioco qualcosa di più: costruire una protesi mandibolare per una paziente di 83 anni. Una bella impresa per i laboratori tecnici di LayerWise, uno spin-off universitario che si occupa di stampa 3D dal 2008. 

L’idea di costruire una protesi su misura è stata proposta dai ricercatori del Biomed Research Institute, un dipartimento dell’ Università di Hasselt che da anni esplora le possibili alternative alle complicate operazioni chirurgiche di ricostruzione ossea. Come spiega New Scientist, i medici dovevano rimuovere la mandibola originale perché compromessa da una grave infezione, ma non potevano sottoporre la paziente a troppi interventi. 

L’unica soluzione consisteva nel costruire da zero una protesi mandibolare che sostituisse l’osso originale. Non è affatto uno scherzo, perché operazioni del genere non sono state mai tentate prima. Ma con un computer è una stampante 3D si possono fare delle cose al limite dell’incredibile. È bastato fare una scansione a risonanza magnetica della mandibola della paziente e immettere tutti i dati nelle macchine di LayerWise. Così, dentro la pancia della stampante un laser ha fuso e inciso sottili strati di titanio con precisione assoluta per restituire una copia esatta della mandibola originale. 

Il fatto più sorprendente è che la protesi è stata realizzata in poco più di 4 ore di lavoro, durante cui la stampante 3D ha riprodotto alla perfezione tutti i dettagli dell’osso originale. Dopo aver ricoperto il titanio con una ceramica biocompatibile, i medici si sono affrettati a impiantare la nuova mandibola sul cranio della paziente. Neppure un giorno dopo l’operazione, la donna è tornata a parlare senza problemi.

via wired.it 

Lorenzo Mannella

Si occupa di scienza, internet e innovazione. Laureato in Biotecnologie presso l'Università di Pisa, ha frequentato il master SGP in comunicazione scientifica presso Sapienza Università di Roma. Collabora con Galileo dal 2011. Scrive per Wired, Sapere e L'Espresso.

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