Echelon, l’ora della verità

    Narra la leggenda che Dionigi, tiranno di Siracusa tra il 400 ed il 300 a.C., avesse fatto scavare una grotta, conosciuta come “l’orecchio di Dionigi”, con particolari proprietà acustiche. Grazie ad un’apertura dall’alto il tiranno, senza essere visto, poteva ascoltare i discorsi dei prigionieri che vi erano rinchiusi. In realtà “l’orecchio” e l’effetto acustico – i suoni sono amplificati fino a 16 volte – esistono davvero. Da verificare resta invece un’altra leggenda, assai più attuale: quella secondo cui ogni volta che telefonate, mandate fax, spedite e-mail, qualcuno vi ascolta e registra il contenuto della vostra comunicazione. In due parole: vi spia.

    Questo Dionigi del Duemila sarebbe Echelon: non un temibile tiranno in carne ed ossa, ma un sofisticato network di spionaggio messo in piedi e diretto dalla National Security Agency (Nsa – http://www.nsa.gov), ente federale degli Usa che si occupa di operazioni di “intelligence” mirate a garantire la sicurezza della nazione americana. Farebbero parte del progetto, come partner subordinati, gli analoghi servizi di sicurezza di Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Il funzionamento di Echelon sarebbe basato su satelliti, stazioni radar, strumenti di intercettazione collegati ai cavi sottomarini che “trasportano” le telefonate da un continente all’altro. Con l’avvento di Internet, il software installato su appositi server della rete sarebbe in grado di catturare pacchetti di informazioni.

    Questa enorme infrastruttura non sarebbe presente unicamente nelle nazioni aderenti ad Echelon. Le stazioni radar di ascolto sarebbero presenti anche in altri paesi tra cui l’Italia. Mentre i centri di ricezione per i satelliti sarebbero localizzati principalmente in Usa (vicino Denver), Regno Unito (Menwith Hill, nello Yorkshire), Australia e Germania. Le comunicazioni verrebbero filtrate da una rete di computer, tramite tecnologie di intelligenza artificiale, sulla base di un dizionario che contiene frasi, parole, sigle ritenute “interessanti”. Una volta intercettate, queste informazioni verrebbero schedate ed eventualmente utilizzate. I target di Echelon sarebbero obiettivi non militari: governi, organizzazioni, aziende di ogni nazione. I sostenitori dell’esistenza di Echelon lo qualificherebbero anche come sistema di spionaggio industriale. Esisterebbero casi in cui le informazioni ricavate sarebbero state decisive nell’assegnazione di appalti ad aziende staunitensi piuttosto che europee. Altri target sensibili sarebbero organizzazioni scomode, come Amnesty International.

    Il Grande Fratello di fine millennio avrebbe anche una maternità ben precisa. Echelon sarebbe figlio della più grande rete di spionaggio Ukusa, sconosciuta fino al 1999, anno in cui l’australiano Defense Signal Directorate (Dsd), omologo della statunitense Nsa, ne ha reso pubblica l’esistenza. Ukusa nasce nel 1947, agli albori della guerra fredda. Gli “azionisti” sono gli stessi di Echelon, il globo terrestre viene suddiviso in zone competenti di ascolto: al Regno Unito tocca l’Europa, l’Africa e la parte europea dell’Urss. Gli Usa e il Canada coprono il continente americano e la parte asiatica dell’Unione Sovietica, mentre l’Australia e la Nuova Zelanda si occupano del Sud Est asiatico e del Pacifico. I target sono obiettivi militari del blocco sovietico e delle sue aree di influenza. Echelon sarebbe stato partorito nei primi anni ‘70 e per poi diventare totalmente autonomo sul finire degli ‘80.

    La fama, e con essa la paura di Echelon, è cresciuta a dismisura negli ultimi anni, soprattutto in Europa. Negli Stati Uniti è dal 1988, anno in cui uscì un’inchiesta del giornalista britannico Duncan Campbell, che se ne parla. Inizialmente l’allarme fu raccolto dalla comunità hacker statunitense. E non era raro, con la nascita di Internet, trovare siti di hacker che dopo avere descritto Echelon invitavano (e invitano tutt’ora) a criptare le vostre (e le nostre) comunicazioni. Di qualsiasi tipo. Il passaparola si è diffuso rapidamente con il crescere della Rete, e la consapevolezza del rischio ha preso piede anche nelle alte sfere istituzionali. Nel 1998 uscì un rapporto dello Scientific and Technical Options Assessment (Stoa ), Comitato dell’Unione Europea che si occupa di tecnologie applicate. Nel rapporto veniva riassunto lo stato dell’arte delle tecnologie di spionaggio e il loro utilizzo da parte delle agenzie di intelligence. Riuniti in sessione plenaria il 19 settembre 1999, spinti da un’onda emotiva con pochi precedenti, i parlamentari europei hanno espresso la loro preoccupazione per reti di spionaggio civile non meglio identificate. Echelon è ancora una parola impronunciabile pubblicamente, ma in quell’occasione Glyn Ford, parlamentare britannico e direttore dello Stoa, ha dichiarato: “francamente, gli unici che nutrono dubbi sull’esistenza di Echelon sono gli Stati Uniti”.

    Il 21 ottobre 1999 la comunità hacker e le associazioni che tutelano la privacy dei netizens (i net citizens, cittadini della Rete) hanno organizzato il “Global Jam Echelon Day”, un invito a spedire quante più e-mail possibile contenenti termini che, probabilmente, fanno parte del dizionario echeloniano. Qualche esempio? kill, Fbi, Cia, Nsa, gun, terrorism, bomb, Mossad, economy, revolution, manifesto. Obiettivo dichiarato: impallare il Grande Fratello. L’esito del tentativo virtuale di sabotaggio è sconosciuto.

    Arrivati a questo punto resta da sciogliere il dubbio: “Insomma, ci spiano o no?”. Dimostrare l’esistenza di Echelon è cosa difficile, anche perché quasi tutti i diretti interessati, in primo luogo la Nsa e il suo omologo britannico Government Communications Headquartiers (Gchq ), negano fermamente. Perché quasi tutti? Il colpo di scena arriva il 3 novembre 1999: l’australiano Dsd ammette: “facciamo parte di un network di spionaggio delle comunicazioni civili. Il network rientra negli accordi Ukusa e sottintende al rispetto delle leggi che riguardano la privacy dei cittadini”. Americani e britannici continuano a negare. Forse la spallata risolutiva la darà la risposta che la Nsa si rifiuta di dare, per ora, al Senatore americano Robert L. Barr Jr. Barr ha espressamente richiesto, attraverso atti ufficiali, esplicite informazioni riguardo attività di intelligence della Nsa con target non militari. Finalmente anche il maggior azionista, o meglio presunto tale, vuole fare chiarezza sul Grande Fratello di fine millennio.

    Per saperne di più

    Stoa – Rapporto del Parlamento Europeo sulle tecnologie di controllo politico (http://www.tmcrew.org/privacy/STOA.htm)

    Il libro di Nicky Hager su Echelon (http://www.fas.org/irp/eprint/sp/index.html)

    Paul Wolf’s Echelon Links (http://home.icdc.com/~paulwolf/echelon.htm)

    Echelon Home page (http://www.tmcrew.org/privacy/caq/sorvegli.htm)

    Il Grande Fratello e Autodifesa digitale (http://www.tmcrew.org/privacy/index.htm)

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