Il premio Nobel per l’economia è stato assegnato all’israeliano Robert Aumann e allo statunitense Thomas Schelling, due studiosi di teoria dei giochi, la branca della matematica che studia la migliore strategia da attuare in situazioni di conflitto e di competizione. La teoria dei giochi mira a individuare quali azioni, nel commercio come in altri settori, siano in grado di assicurare il risultato più vantaggioso per i diversi giocatori. Come ha spiegato l’Accademia svedese delle scienze, le loro ricerche hanno trovato applicazione nelle “politiche per la sicurezza e il disarmo, nella formazione dei prezzi nei mercati, come pure nei negoziati politici ed economici”. Aumann, 75 anni, ha condotto analisi sui “giochi ripetuti all’infinito”, per capire come i buoni risultati possano essere mantenuti nel tempo. Di nazionalità sia israeliana sia americana, è professore presso la Hebrew University di Gerusalemme, in Israele. Shelling, 84 anni, ha applicato la teoria dei giochi alla sicurezza globale e agli armamenti a partire dagli anni Cinquanta. Oggi è professore presso il Dipartiment of Economics and School Public Policy dell’Università del Maryland, negli Stati Uniti. (da.c.)
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