Effetto diossina, trent’anni dopo

I bambini subiscono ancora gli effetti della nube di diossina che, nel 1976, investì un’area densamente popolata del comune di Seveso, in seguito a un incidente negli impianti chimici della Icmesa. Lo documenta, su Plos Medicine, lo studio di un gruppo internazionale di ricercatori guidati da Andrea Baccarelli dell’Università di Milano e della Harvard School of Public Health.

Secondo gli autori infatti, a tutt’oggi il numero di bambini con disfunzioni alla tiroide (ipotiroidismo neonatale) è circa sei volte maggiore tra i figli di donne che sono state esposte alla diossina (in particolare alla Tccd o 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina, uno dei tipi più tossici), che non tra gli altri bambini.

La diossina è un agente chimico che persiste nell’ambiente e si accumula nei tessuti. Per valutare l’impatto dell’esposizione negli anni, i ricercatori hanno studiato circa mille bambini nati tra il 1994 e il 2005 da quasi duemila donne esposte alla Tccd. Le madri sono state divise in due gruppi (A e B) a seconda del grado di contaminazione dell’area in cui risiedevano all’epoca dell’incidente. Sono stati poi presi, come un gruppo di riferimento (R), bambini le cui madri risiedevano nella zona circostante non contaminata.

La presenza di disfunzioni della tiroide è stata rivelata tramite la concentrazione nel sangue di tireotropina (Thyroid secreting hormone o Tsh), un ormone che stimola l’attività della ghiandola. Alti livelli di Tsh sono infatti associati a una tiroide che non “lavora a pieno regime”, un malfunzionamento che può portare a danni permanenti nello sviluppo fisico e cerebrale. Stando a quanto riportato, i bambini ipotiroidei partoriti da donne residenti nell’area non contaminata sono circa il 3 per cento (sul totale dei nati nella stessa zona). Nelle zone interessate dalla nube, invece, le percentuali sono maggiori: nell’area ad “alta” contaminazione (B) sarebbero circa il 5 per cento, mentre, per i luoghi ad “altissima” contaminazione (A), i ricercatori parlano di un 16 per cento. Un’altra analisi, inoltre, effettuata su 51 coppie madre-neonato, indica che la concentrazione di diossina nel sangue delle donne è effettivamente correlata al livello di tireotropina nei bambini.

Se nei modelli animali è stato evidenziato che l’ipotiroidismo neonatale può essere causato dall’esposizione della madre alla Tccd, nell’essere umano questa correlazione è controversa. Lo studio si inserisce quindi in questo panorama e conferma che la diossina può avere effetti a lungo termine negli esseri umani, anche a distanza di decenni dall’esposizione. (a.g.)

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