Elettricità dalle mucche

La corsa allo sviluppo di fonti di energia alternativa coinvolge anche le mucche. Studiosi dell’Università dell’Ohio hanno infatti trovato un metodo per produrre energia dalla cellulosa e dai fluidi biologici bovini ricchi di microbi. Il lavoro, condotto dal gruppo guidato da Rismani-Yazdi, è stato presentato al congresso della American Chemical Society che si è tenuto a Boston lo scorso 21 agosto.

“L’energia è prodotta dalla scissione della cellulosa, una delle risorse più abbondanti del pianeta, per opera di batteri”, ha spiegato Rismani-Yazdi. I ricercatori estraggono quindi il fluido dalle mucche con una cannula che penetra direttamente nel rumine, la porzione dello stomaco dei ruminanti in cui avviene la prima fermentazione microbica del cibo ingerito. Per creare corrente, il liquido estratto viene messo, insieme alla cellulosa, nell’anodo (polo negativo) di una cella energetica. Qui una membrana composta da un materiale in cui si muovono i protoni separa la parte negativa da quella positiva (catodo) dove si trova ferrocianuro di potassio, un agente ossidante che serve a chiudere il circuito elettrico. Il movimento di protoni ed elettroni assicura così la corrente elettrica.

Per il funzionamento in continuo del sistema, la cellulosa deve essere aggiunta ogni due giorni, anche se la quantità può variare in base a quanto velocemente la potenza si esaurisce. “Ma il funzionamento delle celle si può mantenere per un tempo indefinito, almeno fino a quando i batteri sono alimentati con il polimero”, sostiene Christy, uno dei ricercatori. Che conclude: “Noi abbiamo mantenuto in attività le celle per tre mesi”.

La ricerca non è nuova per i laboratori dell’Università dell’Ohio. Che già qualche anno fa avevano testato questa tecnologia. Ora però il team di Yazdi è riuscito a diminuire le dimensioni e migliorare le prestazioni delle celle energetiche, portando da quattro a due il numero di quelle necessarie a ricaricare una comune batteria alcalina. (s.m.)

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