Elon Musk ha deciso: “Voglio che Marte diventi una meta possibile. Voglio che sia possibile raggiungerlo entro la nostra vita. E c’è un modo per far sì che chiunque voglia possa raggiungerlo”. E sappiamo bene (vedi Tesla, vedi PayPal, vedi SpaceX, vedi Boring Company) che quando Elon dice di voler fare una cosa, c’è da star certi che dice sul serio. La dichiarazione, in realtà, risale al settembre scorso – Musk l’ha rilasciata nel corso del 67° International Astronautical Congress svoltosi a Guadalajara, in Messico, a settembre 2016 – ma è stata resa pubblica, con tutti i dettagli, solo pochi giorni fa, in un paper sulla rivista New Space. Il documento, in particolare, passa in rassegna diverse questioni legate alla fondazione di una colonia autosufficiente su Marte, enucleando difficoltà e criticità dell’impresa e cercando di trovare soluzioni ai problemi tecnologici, logistici ed economici del progetto. Lo abbiamo esaminato con la consulenza di Enrico Flamini, chief scientist dell’Agenzia spaziale italiana, che da anni si occupa di missioni spaziali per il pianeta rosso e che era presente lo scorso anno a Guadalajara.
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