Eluana, ultimo atto?

La Corte di Cassazione ha accolto l’ultimo degli otto ricorsi del padre di Eluana Englaro, la ragazza in stato vegetativo permanente da oltre 15 anni, nel quale si chiede la disattivazione del sondino nasogastrico che la nutre e la idrata artificialmente, tenendola in vita.

Appena due settimane fa (vedi Galileo) il procuratore generale di Cassazione Giacomo Caliendo aveva risposto negativamente alla richiesta di Beppino Englaro e di Franca Alessio, il padre e la curatrice speciale di Eluana. Ieri invece la Cassazione ha rinviato il caso “ad una diversa sezione della Corte d’Appello di Milano”, per decidere se il sondino che tiene in vita la ragazza debba essere staccato o meno.

Secondo la Cassazione, “il giudice può autorizzare la disattivazione di questo presidio sanitario unicamente in presenza dei seguenti presupposti: se la condizione di stato vegetativo è, in base a un rigoroso apprezzamento clinico, irreversibile e se ci sono elementi di prova chiari, univoci e convincenti, dalla voce del paziente medesimo, o dalle sue precedenti dichiarazioni ovvero dalla sua personalità, dal suo stile di vita e dai suoi convincimenti, che delineino in modo chiaro la scelta del malato di non curarsi”. (e.m.)

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