Le coppie britanniche che rischiano di trasmettere ai propri figli disordini genetici avranno, d’ora in poi, la facoltà di selezionare gli embrioni sani. Oppure poter usare le cellule staminali di un eventuale secondogenito per guarire il primo figlio malato. La decisione, che farà molto discutere, è stata presa dall’Autorità britannica per la fertilizzazione e l’embriologia. La possibilità di scoprire eventuali malattie genetiche nel nascituro avverrà grazie alla tecnologia chiamata “diagnosi genetica del pre-impianto” (Pgd). Due anni di monitoraggio pubblico hanno poi mostrato come la maggioranza delle persone approvi tale selezione e come i genitori ne siano interessati allo scopo di dar vita a bambini sani e non per sceglierne il sesso, il colore degli occhi o dei capelli. Tuttavia un coro di polemiche si è alzato dopo questa decisione. L’esperto di fertilità Lord Robert Winston ha infatti subito sollevato una questione di natura etica: “Quale sarà l’atteggiamento dei genitori verso il neonato che non è riuscito a “guarire” il fratello maggiore?”. (d.d.v.)
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