Dalla sonda Cassini nuovi indizi sulla presenza di acqua nello Spazio, precisamente da una delle lune di Saturno: Encelado. È uno delle tre luoghi del sistema solare in cui sono state rinvenute tracce d’acqua, in questo caso scoperte grazie ai getti di vapore misto a ghiaccio provenienti dalle fratture del polo meridionale. L’analisi chimica del vapore dimostrerebbe che esiste, o è esistita in un passato geologicamente recente, una riserva d’acqua in forma libera. Lo sostiene, sulle pagine di Nature, William Lewis del Southwest Research Institute di San Antonio (Texas, Usa).
Le analisi di Lewis, effettuate grazie ai dati raccolti dall’Ultraviolet Imaging Spectrograph della sonda Cassini, hanno rivelato la presenza di ammoniaca e altri composti organici, ma soprattutto di tracce di deuterio, un isotopo dell’idrogeno abbondante negli oceani terrestri. L’ammoniaca, insieme al sale e al metanolo, funge da antigelo e permette all’acqua di rimanere liquida nonostante la temperatura di quasi cento gradi sotto zero presente sulla superficie di Encelado. Grazie a questa combinazione si sarebbe conservato uno strato liquido sotto la superficie del satellite anche durante le glaciazioni, condizione necessaria per il riscaldamento mareale (vedi articolo su Galileo) e per l’attività geologica, responsabili del fenomeno dei geyser.
I getti di vapore provenienti da Encelado sono i responsabili della formazioni dell’anello più esterno di Saturno (anello E), ed è stata proprio la presenza di cristalli di sale in questo anello che hanno sempre fatto sospettare la presenza di acqua sotto la superficie del satellite. Resta in sospeso la questione sollevata da due studi, pubblicati sempre su Nature, sull’esistenza o meno di veri e propri mari come quelli terrestri. (a.d.)
Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature08153
doi:10.1038/nature08070
doi:10.1038/nature08046
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