Estinzione a conti fatti

Un nuovo modello matematico, pubblicato su Nature e realizzato da Brett Melbourne (Università del Colorado) e Alan Hastings (Università della California), rivela che il rischio di estinzione di molte specie animali è di gran lunga più alto del previsto.

Secondo il rapporto Iucn (International Union for Conservation of Nature) del 2007, più di 16mila specie – un mammifero su quattro, un uccello su otto e un anfibio su tre – sono in pericolo di estinzione. Il rischio viene misurato tramite modelli statistici che, combinando assunti biologici e matematici, stimano per quanto tempo una popolazione potrà sopravvivere nelle attuali condizioni di stress ambientale prima di estinguersi. “I modelli utilizzati finora”  spiega Brett Melbourne, “si fondano su due parametri principali. Il primo è il numero di eventi, del tutto casuali, che possono ridurre drasticamente il numero di individui (per esempio un maremoto, un ciclone o una frana). Il secondo parametro è rappresentato da fattori esterni che fluttuano continuamente, come temperatura e umidità, che possono influenzare i tassi di natalità e mortalità di una popolazione”.

Ma i ricercatori si sono resi conto che questi due parametri non sono sufficienti a restituire una stima attendibile del “tempo di vita” e del rischio che corrono le specie animali. Il nuovo modello proposto infatti, testato su diverse popolazioni di scarafaggi cresciute in laboratorio, incorpora svariati altri elementi non sempre tenuti in debito conto. Tra questi, il numero di individui (abbondanza), la loro dimensione (variabilità fisica) e la proporzione di maschi e femmine all’interno delle popolazioni (sex ratio): “Tra gli ecologi è ben noto che una popolazione molto piccola è maggiormente influenzata da un evento stocastico (casuale) come una valanga, rispetto a una molto grande”, spiega Alan Hastings, “Inoltre, una popolazione considerata vitale perché abbastanza numerosa,  potrebbe, di fatto, non esserlo se è composta quasi interamente da individui di un solo sesso. Questi elementi non possono essere trascurati”.

L’applicazione del modello ha dimostrato che i programmi utilizzati finora hanno sbagliato la “diagnosi” sulle specie malate, fornendo una pesante sottostima del rischio di estinzione di molti animali. Sulla base dei nuovi calcoli, l’estinzione potrebbe essere più vicina anche di cento volte rispetto al previsto. È urgente, secondo i ricercatori, effettuare una valutazione ex novo per le specie incluse nella lista rossa della Iucn. (i.n.)

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