L’attrazione sessuale è un fenomeno complesso, ancor di più se si cerca di comprendere cosa indirizza il nostro desiderio verso l’uno o l’altro sesso. È la natura, l’ambiente o la cultura a determinare il nostro orientamento sessuale? O magari ognuna di queste componenti svolge un ruolo, più o meno importante, nel gioco dell’attrazione? Il tema è più che mai controverso e la scienza non ha ancora espresso un parere definitivo. Ma un nuovo studio del Nico – Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi – dell’Università di Torino fornisce un nuovo, interessante, spunto di riflessione. La ricerca, pubblicata sulla rivista Scientific Reports, rivela infatti come nei roditori l’attrazione per l’uno o l’altro sesso sia legata da una complessa interazione tra geni e ambiente, guidata da un processo definito neurogenesi adulta: l’integrazione di nuovi neuroni in alcune specifiche aree del cervello. I risultati, avvertono i ricercatori torinesi, non ci dicono molto sui meccanismi che agiscono all’interno del cervello umano, ma non fanno che sottolineare come eterosessualità e omosessualità siano fenomeni di natura fondamentalmente biologica.
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