Europa, un continente da curare

L’Europa sta male. Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale la vita media degli europei è scesa da 73,1 anni nel 1991 a 72,4 anni nel 1994. Il calo dell’aspettativa di vita riguarda però solo i Paesi dell’Europa centro-orientale, dove la mortalità elevata delle popolazioni più povere abbassa la media europea.

Nell’Europa orientale, stravolta da guerre, sconvolgimenti politici ed economici, sono ricomparse vecchie malattie che si ritenevano ormai sconfitte, come il colera, la difterite, la tubercolosi e la malaria. Nell’ex Unione Sovietica un’epidemia di difterite ha causato dal ‘90 4 mila morti e con i suoi 150 mila casi contribuisce al 90 per cento della diffusione mondiale di questa malattia (con ovvie implicazioni sull’obbligatorietà di alcune vaccinazioni). Non solo. In aumento soprattutto nei Paesi dell’ex Unione Sovietica (Russia, Ucraina, Lettonia) sono pure le malattie trasmesse per via sessuale, come la sifilide, favorita da povertà e prostituzione: qui i casi di questa malattia sono aumentati centinaia di volte. In Ucraina nel ‘91 erano 5.292, nel ‘95 hanno toccato quota 61.032, mentre in Russia i 5.320 casi nel ‘91 sono saliti a 26 mila nel ‘95. Nella sola Ucraina i nuovi casi di infezione da virus Hiv sono passati da circa 70 negli anni precedenti a oltre 10 mila nel ‘96.

L’allarme sulla cattiva salute dei nostri vicini arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità, che ha deciso di affrontare la questione con il progetto “Verona initiative”: da qui al 2000 nella città veneta si riuniranno in tre appuntamenti i maggiori esperti del settore per analizzare i fattori economici e sociali che influenzano la salute del vecchio continente e mettere a punto strategie in grado di promuoverne il benessere.

“Per capire la grave situazione in cui versano i paesi dell’est – spiega Giuseppe Benagiano, direttore dell’Istituto superiore di sanit

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here