Categorie: Salute

Evoluzione enciclopedica

Mark Pagel (a cura di)Encyclopedia of EvolutionOxford University Press, 2002pp. 92+1205, euro 269,08 Cominciamo dai numeri: due volumi per un totale di quasi 1300 pagine, 365 articoli, 330 autori, oltre 730.000 parole. Si va dalla voce Aids fino a Zootypes. Se cercate qualcosa che abbia a che fare con la teoria dell’evoluzione, qui la troverete. Questo spiega la mole dell’opera, dal momento che sono ormai tantissime le discipline che hanno nell’evoluzionismo il proprio punto di riferimento: economia, sociologia, epistemologia, informatica oltre alle più ovvie biologia e medicina, hanno aperto nuove frontiere di studio e analizzano i cambiamenti dei propri oggetti nel tempo. I lemmi affrontanti non sono però solo teorici: molti nomi di persone si trovano zigzagando casualmente nelle pagine, volti noti ricostruiti con un riguardo che troppo spesso i testi scientifici non hanno nei confronti dei temi storici.Particolarmente attraente e avvincente è la prima sezione, quasi un regalo inaspettato per il lettore che ha aperto “soltanto” un’enciclopedia: nove saggi dei maggiori studiosi e artefici della teoria dell’evoluzione contemporanea. Queste pagine sono pensate per dare un senso generale ai 365 lemmi successivi, inquadrandoli in una prospettiva scientifica, storica e filosofica. Il primo è di David L. Hull, che compie una passeggiata storica da Aristotele a oggi, mostrando l’evoluzione dell’evoluzionismo. John Maynard Smith ci parla dei passaggi chiave della storia biologica: dalla nascita delle molecole autoreplicanti fino alla società, è stato un cammino lungo e difficoltoso. Il saggio di Smith fa idealmente coppia con l’articolo di Dennett, che affronta una delle ultime “creazioni” dell’evoluzione: il meme. Questo è l’analogo del gene a livello culturale, che si diffonde per imitazione: un modo di dire, un gesto, una tecnica. La diversità, tema fondamentale nel pensiero darwiniano, è affrontata da Stephen Jay Gould (scomparso pochi mesi fa) per ciò che riguarda la macroevoluzione degli organismi, e da Luigi Luca Cavalli-Sforza per quanto concerne la genetica e la linguistica umana. La notissima primatologa Jane Goodall ci introduce, con Elizabeth Vinson Lonsdorf alla cultura degli scimpanzé, i nostri cugini più prossimi nella grande famiglia evolutiva. A proposito di famiglia, è decisamente interessante il saggio di Sarah Blaffer Hrdy dedicato alla maternità, che ci mostra l’importanza di una strategia riproduttiva così profondamente incentrata sulla donna, che è stata una delle chiavi per l’evoluzione degli ominidi. Stephen C. Stearns si chiede invece cosa può fare per noi una medicina darwiniana, che prenda in considerazione anche l’aspetto evolutivo delle patologie e dell’organismo che le subisce: spesso c’è un nesso tra una malattia e il “design evolutivo” dell’organismo. M.J. Bishop ci mostra anche cosa si sta muovendo a livello molecolare: genomica e proteomica sono le discipline che nel futuro apriranno nuovi spazi di conoscenze biologiche, aiutando anche la comprensione (e forse anche la cura) di molte malattie.Le bibliografie che ogni lemma porta con sé sono molto aggiornate, e formano così un comodo orientamento per chi volesse approfondire ulteriormente i propri studi. Chi invece non volesse “limitarsi” a leggere qua e là quest’opera si renderà conto di quanto sia vero ciò che il genetista Theodosius Dobzhansky scrisse nel 1973 “Niente ha un significato in biologia, se non alla luce dell’evoluzione”.

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