Velocità nel sequenziamento dei genomi virali e condivisione dei dati: è questo ciò che potrebbe salvare migliaia di vite durante la prossima epidemia di Ebola (e non solo). Lo dicono gli oltre 93 scienziati, provenienti da 53 diversi istituti di ricerca, che hanno collaborato all’imponente analisi che ha ricostruito la storia dell’ultima tragica epidemia di Ebola nell’Africa occidentale, quella del 2013-2016. Lo studio pubblicato da Nature individua quei fattori che hanno condizionato il propagarsi dell’infezione, mettendo in luce come lo sviluppo di strumenti per un intervento rapido possa in futuro aiutare a frenare l’emergere di nuovi focolai.
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