Fino all’ultimo storione

Il colpo di grazia sta per abbattersi sullo storione beluga del Mar Caspio, la specie ittica dalla quale si ricava la maggior parte del caviale apprezzato dai palati fini di tutto il mondo: la moratoria sul commercio del caviale imposta lo scorso giugno ad Azerbaijan, Kazakistan, Turkmenistan e Russia sarà sospesa nei prossimi mesi. La decisione è stata annunciata dalla Cites, l’organismo dell’Onu che regolamenta il commercio di animali e piante in via di estinzione e dei loro derivati, che ha accolto le proposte degli Stati colpiti dal bando (ai quali si è affiancato l’Iran) per le quantità di caviale esportabile nel 2002. In tutto, 142 tonnellate per cinque specie diverse, con una riduzione di meno del 10 per cento rispetto ai livelli dello scorso anno (per i dettagli si può consultare il sito della Cites). Immediate le proteste di studiosi e ambientalisti: “Questa decisione deve essere rivista”, ha dichiarato Ellen Pikitch, direttrice del programma marino della Wildelife Conservation Society, “poiché spingerebbe ben presto lo storione beluga (o attilio ndr) all’estinzione”. La visione ottimistica della Cites circa la consistenza delle diverse specie nel Mar Caspio è decisamente smentita da un rapporto pubblicato un mese fa dal Caspian Environment Programme, un’organizzazione internazionale che ha tra i suoi partner vari agenzie Onu e la Banca Mondiale. Secondo lo studio, negli ultimi sette anni gli storioni beluga maturi nel Mar Caspio sarebbero diminuiti del 40 per cento nell’area più settentrionale del bacino mentre nelle zone centro-meridionali essi sarebbero scomparsi del tutto: quadro preoccupante se si considera che questi pesci impiegano dai sei ai 25 anni a raggiungere la maturità sessuale. In pratica, la specie, che esiste sin dall’epoca dei dinosauri, non si riproduce più in natura, tanto che oggi si ricorre ampiamente all’immissione in mare di larve prodotte negli allevamenti. Per questo gli ambientalisti chiedono che sia mantenuta la moratoria sullo storione beluga, oltre a battersi per una riduzione del prelievo di tutte le altre specie. E invitano i consumatori ad astenersi dal consumare caviale proveniente dal Caspio rivolgendosi piuttosto a quello prodotto con specie da allevamento. (m.b.)

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